Un pomeriggio alla Villa Cordova di Caltanissetta: premessa

Tempo fa abbiamo inoltrato alla
prefettura di Caltanissetta un’istanza di autorizzazione all’ingresso nei
centri governativi della provincia.

In risposta abbiamo ricevuto
una sorta di “ pre-autorizzazione” con la quale la Prefettura dichiarava di
autorizzarci, ponendo però le seguenti condizioni :

– presentazione alla suddetta prefettura
di un’ulteriore richiesta per la visita di ogni centro di accoglienza;

– richiesta del consenso
informato degli ospiti intervistati.
La mission di Borderline
Sicilia è diffondere l’informazione connessa al
settore della tutela dei diritti umani e monitorare le prassi messe in atto
dagli attori istituzionali e privati relative al soggiorno e all’accoglienza.

L’attività di monitoraggio è solo una delle attività in cui ci impegniamo per capire le condizioni in cui
vivono i migranti, attraverso la voce di coloro che si trovano accolti entro le
diverse realtà del sistema di accoglienza.

Nei report
relativi alle visite nei centri, quando autorizzati, è nostra abitudine dare
spazio anche a quanto raccontano i responsabili dell’ente gestore per poter
bilanciare il racconto relativo a quanto rilevato, con le testimonianze di
entrambi gli attori dell’accoglienza (oltre che con le nostre impressioni).

Poiché questo sistema di
accoglienza non dimostra di garantire i diritti fondamentali degli interessati, ma al contrario, relega spesso e volentieri i
richiedenti asilo in una condizione di
vulnerabilità, riteniamo che sia opportuno garantire l’anonimato a coloro che
intervistiamo, e non rischiare in nessun
modo che possano subire ripercussioni per quanto testimoniato.

Purtroppo, la
condizioni poste dalla prefettura di Caltanissetta ci costringono a limitare il
nostro lavoro di rilevamento delle informazioni relative alle condizioni nei
centri, alle sole testimonianze raccolte dagli ospiti
incontrati fuori dalle strutture.

Questa premessa ci pare
doverosa per descrivere il nostro lavoro
e diviene indicativa delle condizioni in
cui si trovano a lavorare le organizzazioni della società civile che lavorano
in difesa dei diritti dei migranti e delle difficoltà che le istituzioni
pongono alle attività di monitoraggio all’interno dei centri.

Seguono due report su a due degli 8 centri di accoglienza governativa della provincia: il Cara di Pian del Lago e il centro Madre Speranza, risultato di un
pomeriggio di interviste alla villa Cordova, un parco cittadino di Caltanissetta, luogo quotidiano di aggregazione di molti cittadini, italiani e
stranieri.

Giovanna Vaccaro

Borderline Sicilia Onlus