Appello della rete antirazzista: Diritto d’asilo europeo. Riconoscere subito questa possibilità prevista dal Regolamento di Dublino III dall’1-1- 2014

La Sicilia/Lunedì 26.8.2013/Cronaca di Catania/p. 32 –

La
guerra civile e le repressioni in Sira e in Egitto spingono milioni di persone a
fuggire dapprima nell’inferno dei campi profughi e poi all’esterno, per salvare
la vita dei figli e la propria, alla ricerca di un lavoro e di una vita
dignitosa. Una massa di persone che ha cominciato a riversarsi sulle nostre
coste, il primo approdo per l’Europa. In questa prospettiva la Sicilia è
considerata come una terra di transito, di passaggio, eppure le leggi prevedono
che i migranti debbano chiedere il diritto d’asilo nel Paese in cui approdano e
dove vengono identificati, anche se le mete sono altre, anche se il Paese in
questione non riesce a garantire i diritti previsti per i profughi, anche se li
«inchioda» in un luogo per più di un anno per espletare le pratiche di
riconoscimento del diritto di asilo.
Per questo – ed è una richiesta che va a
vantaggio dei diret ti interessati e dello stesso Paese d’approdo – le
associazioni antirazziste catanesi chiedono che sia riconosciuto il «diritto
d’asilo europeo» e che si faccia in fretta per evitare ulteriori stragi di
migranti. Spiegano che i migranti che arrivano dai territori di guerra, dopo
traversate drammatiche e spesso tragiche, «si rifiutano di essere identificati
perché non vogliono iniziare la procedura d’asilo in Italia, e rivendicano la
possibilità (prevista dal Regolamento Dublino III, che entrerà in vigore l’1
gennaio 2014) di chiedere il ricongiungimento familiare con i parenti che
risiedono in altri paesi europei». E questo perché sono informati «dei
lunghissimi tempi delle procedure d’asilo e delle vergognose condizioni del
megaCara di Mineo, dove dall’inizio dell’anno sono raddoppiate le
presenze/reclusioni (da 1800 ad oltre 3500 persone) con conseguente ulteriore
prolungamento dei tempi per il riconoscimento del diritt o d’asilo (da 1 a 2
anni), e con conseguente aggravamento delle condizioni di ghettizzazione al suo
interno».Per questo le associazioni firmatarie dell’appello – Antirazzisti
Catanesi, ARCI, Catania Bene Comune, Collettivo politico Experia, GAPA, Rete
Antirazzista Catanese, Osservatorio su Catania, Borderline Sicilia Onlus,
Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos, Progetto Melting Pot Europa, Senza
Confine – in considerazione della nuova emergenza umanitaria in corso in
Medioriente e in Nordafrica, propongono di rilanciare a livello regionale e
nazionale la campagna “Diritto di scelta”, già organizzata due anni fa da
numerose associazioni antirazziste durante l’Emergenza Nordafrica. E questo
significa chiedere al Governo che i migranti sopravvissuti al tragico sbarco
nella Plaia di Catania possano accedere alla richiesta d’asilo nei paesi europei
dove risiedono i familiari, come previsto da Dublino III; e significa
riconoscere ai migranti già prese nti nel territorio italiano, ed a quelli che
arriveranno nei prossimi mesi da paesi dove c’è la guerra civile o situazioni di
estremo pericolo, «di poter accedere alle procedure d’asilo nei paesi europei
dove risiedono i familiari, come previsto da Dublino III, garantendo comunque la
protezione umanitaria per tutti/e». Ancora. Viene chiesto di garantire a chi
rimane in Italia «un’accoglienza degna, e cioè tempi di permanenza minimi nelle
strutture, affidamento ad enti competenti, presenza di interpreti, mediatori,
presidi medici e operatori umanitari all’interno delle strutture, accesso libero
ad organizzazioni umanitarie ed a associazioni antirazziste locali». Infine,
viene chiesto di evitare «qualsiasi tentativo di respingimento collettivo dei
migranti che arrivano sulle nostre coste in cerca di protezione», in particolare
dalle zone di guerra civile come l’Egitto e la Siria. (www. nomuos.
info/mai-piu-stragi-di-migranti-diritto-dasilo-europeo-morire-2/)

Pinella Leocata