Chiarimenti sul bonus al Cara di Mineo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del responsabile dell’Ufficio Pubbliche relazioni del Cara di Mineo, il quale, con riferimento al post pubblicato il 14 giugno scorso, desidera segnalare e rettificare i passaggi del post relativi al bonus di 500 euro.
Ringraziando per le precisazioni in merito, l’Associazione Borderline Sicilia, desidera comunque ribadire il fatto che il testo dell’avviso rivolto ai richiedenti asilo del Cara, come riportato sul nostro blog, fa riferimento alla “rinuncia con dichiarazione scritta al bonus”, e non al servizio di accompagnamento in banca per il ritiro dello stesso. Si tratta quindi di un avviso facilmente travisabile, e che ha potuto aumentare lo stato di esasperazione delle persone che attendono da tempi troppo lunghi la definizione della procedura.
Condividiamo infine le istanze critiche del sig. Lizzio, rispetto alla mancanza di una riforma di una legge sull’immigrazione, ma nello stesso tempo, l’associazione ritiene comunque il Cara di Mineo un centro con caratteristiche tali da non garantire in alcun modo l’accoglienza e l’integrazione nel tessuto sociale dei richiedenti asilo, come potrebbero essere invece garantite da modelli di accoglienza di minori dimensioni e diffusi sul territorio.

Gentili signori di Borderline-Sicilia,
vorrei segnalarvi l’inesattezza, abbastanza grave, contenuta nel post del 14 giugno in cui si parla dei motivi della protesta dei maliani al Cara di Mineo, addebitandola ad un presunto avviso sulla riscossione del bonus di 500 euro.
Dovreste sapere, e sarebbe bene lo sapessero anche i vostri lettori, che il bonus viene erogato dallo Stato e che la gestione del Cara si preoccupa solo di trasmettere le informazioni ai rifugiati, in base agli elenchi comunicati dalla Prefettura in merito. Più precisamente il Cara facilita la consegna del permesso di soggiorno e, nello stesso giorno, accompagna i rifugiati in banca a ritirare il bonus che viene rilasciato con un mandato nominativo. Nessun passaggio di denaro riguarda la gestione, e nessun avviso ha mai richiesto ai rifugiati la rinuncia ad un loro diritto. Semplicemente alcuni ospiti, alla notizia dell’ottenimento del permesso di soggiorno, sono giustamente impazienti di lasciare il Centro (specie se hanno atteso mesi e mesi…) e non vogliono attendere anche i tempi della banca. In tal caso, se vogliono lasciare il Centro appena ottenuto il permesso di soggiorno, dovranno essi stessi poi recarsi in banca a ritirare il mandato nominativo rinunciando soltanto alla cortesia del Cara che solitamente li accompagna con una navetta, a gruppi di dieci o venti, appena ha notizia dell’erogabilità del bonus.
La verità è molto più semplice di quanto si pensi, e non nasconde nessun complotto. Inoltre al Cara di Mineo c’è sempre stata una grande attenzione per la dignità delle persone, per il loro benessere, e per il loro futuro, malgrado la legge non offra grandi possibilità di servizi in tal senso. Eppure al Cara di Mineo i servizi formativi, educativi, culturali ed anche ricreativi e ludici si sono sempre moltiplicati ben aldilà degli obblighi contenuti nel bando di gestione. Ne potete prendere nota visionando il blog http://caramineo.blogspot.it/ o la pagina Facebook http://www.facebook.com/accoglienzaMineo dove si cerca di rendere conto di tutto ciò che succede dentro il Centro, comprese le cose spiacevoli come la protesta di venerdì (che, tra l’altro, ha coinvolto poco più di 40 persone danneggiando però sia il lavoro fin qui svolto, sia l’immagine degli altri 2800 con cui si collabora civilmente per dare risposta alle esigenze di tutti).
Grazie comunque della vostra considerazione
Rosario Lizzio
Ufficio Pubbliche Relazioni Cara Mineo
P.S.: se mi consentite una considerazione personale la protesta e il disagio hanno radici profonde, perché non si possono fare attendere i richiedenti asilo 18 mesi ed oltre, ma in questo la gestione del Centro non ha modo di intervenire. Il Cara di Mineo è organizzato in maniera da poter accogliere anche 3000 persone garantendone la dignità e il benessere, e può vantarsi di fare molte attività tese all’inserimento sociale e lavorativo. Naturalmente l’ideale sarebbe che la permanenza degli ospiti sia limitata a tre o al massimo sei mesi, in maniera da poter fare e chiudere un percorso che sia davvero utile per entrare a fra parte della comunità e della società italiana, portandosi appresso la propria cultura e le proprie tradizioni, che possono solo arricchire il territorio nell’ottica di uno scambio e non di una “integrazione” che potrebbe anche voler dire omologazione. Sapete bene però che in Italia è necessaria una riforma della legislazione sull’immigrazione e che il nostro Paese non è assolutamente preparato e non si è dotato degli strumenti necessari per accogliere gli stranieri: il che vuol dire che non c’è un programma capace di dare una casa e un lavoro a chi viene da noi fuggendo da un altro paese. Tutto ciò che al Cara di Mineo si fa volontariamente e con passione in questa direzione, anche da parte dei singoli operatori oltre che della struttura, di solito passa sotto silenzio, ma credetemi che si fa molto e dispiace trovarsi spesso con le mani legate e senza strumenti.
Cari saluti di buon lavoro
Rosario Lizzio