Insolito respingimento al largo di Lampedusa

Immaginate di mettervi in mare con tanti altri, di rischiare la vita per un sogno di libertà, per trovar un lavoro, o magari di scappare da una vita omosessuale impraticabile o di cercare di ritrovare la vostra famiglia…quanti altri motivi possono esserci per decidere di partire un nuovo pezzo di mondo in cerca di qualche opportunità di cambiamento…
siete davvero in grado d’immaginare il pezzo di legno su cui galleggiate da giorni immerso nei corpi di altri e vederlo andare sempre più a fondo, di veder arrivare soccorsi stranieri che vi tirano su dall’imbarcazione che ormai fatica a galleggiare, di assaporare ancora il gusto della vita, in corsa verso l’Europa, finalmente al sicuro. Immaginate d’intravedere la terra, quella promessa soprattutto dai canali televisivi stranieri, o quella che avete già conosciuto e di essere tanto vicini da poterla quasi toccare, di percepire l’entusiasmo ed istintivamente alzare le dita in segno di vittoria per salutare chi dal molo aspetta di vedervi sbarcare. Ma invece del molo arriva l’inversione di rotta ed invece della terra europea ritorna il mare aperto, pensate allo sforzo fatto, alla paura vissuta, ai soldi perduti, all’umiliazione del rientro coatto…siete davvero in grado d’immaginare tutte le possibili conseguenze di un vostro rientro in un paese incerto? Non vi verrebbe voglia di buttarvi in mare per raggiungere ad ogni costo l’isola italiana che a poco a poco rischia di sparire ancora una volta dal vostro orizzonte?Lampedusa. 21 agosto. Ore 17.30 arriva sfrecciando una motovedetta della Guardia di Finanza diretta verso l’attracco del molo Favarolo. Invece di attraccare e sbarcare i passeggeri gira su se stessa per tornare verso il mare aperto oltre l”imbocco del porto. Trasborda quindi alcune persone sulla motovedetta della Guardia Costiera che successivamente rientra nel porto per sbarcare solo poche persone tra cui due donne, un ragazzo sistemato su di una sedia a rotelle ed un altro trasportato in barella verso un’ambulanza. A quel punto la guardia di finanza prende il largo, carica delle poche decine di migranti rimasti bordo. E solo l’ANSA che dopo poche ore rivela il destino dei passeggeri: trasbordo su di una nave della Marina Militare Italiana e successivo passaggio su di una motovedetta tunisina diretta in patria.In poche parole un respingimento in mare, un espulsione collettiva, preliminare a qualsiasi procedura d’identificazione ed alla possibilità di esercitare il diritto di fare richiesta di asilo. Una chiacchierata informale con le forze dell’ordine coinvolte nell’operazione chiarisce l’origine delle disposizioni di consegna immediata alla marina militare italiana: è il Ministero dell’Interno che decide, senza alcun atto pubblico, senza un’assunzione di responsabilità politica, all’oscuro del diritto internazionale e della consapevolezza dell’opinione pubblica; forte di un intesa verbale con il ministro dell’Interno di un governo di transizione risalente all’aprile scorso. Eppure i soccorsi si dirigono verso il molo lampedusano, l’ordine arriva una volta che le motovedette sono già in mare, si verificano problemi di comunicazione e la priorità viene data al mandato originario di soccorso in mare. Una volta in porto però l’operazione di sbarco di alcuni passeggeri scelti sembra irrealizzabile e si decide di operare in alto mare, lontano dal molo popolato di operatori sanitari e mediatori culturali, dalle banchine cariche di curiosi osservatori sbigottiti dall’insolita manovra. Dopodiché la Guardia di Finanza si dirige verso la nave della Marina Militare Italiana, non é la prima volta che accade, altre volte i migranti sono stati condotti direttamente a Taranto, in questo caso é ignota la destinazione finale della nave che attende in acque internazionali. Eppure questa ricostruzione informale dei fatti lascia in sospeso alcuni lati oscuri della vicenda. E stata un’operazione spontaneamente orientata al salvataggio di alcune vite umane al di là di ciò che stabilivano ordini superiori, di un’effettiva inefficienza nella tempestività comunicativa o della volontà di esplicitare un’operazione indigesta che sarebbe passata altrimenti in sordina? Perché questo respingimento? Si è trattato di un caso isolato? E già accaduto in passato? Si tratta di un’eccezione alla regola o di una nuova regola? Anna Garrapa, BSA ToscanaAgenzie di stampa:http://www.lasiciliaweb.it/http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_cronaca/08/21/visualizza_new.html_753632014.html