L’affaire Odevaine e il CARA di Mineo. Anno 2013: La proroga infinita

Da Ilsettemezzomagazine [qui la prima e la seconda parte]
Alla fine del 2012, come si è visto, cessa lo stato di emergenza e dal 1° gennaio 2013 la Protezione civile passa la mano all’amministrazione competente in ordinario, vale a dire il Ministero dell’Interno. Occorre dunque un nuovo soggetto giuridico che si sostituisca al soggetto attuatore e possa farsi carico della gestione ordinaria del Cara di Mineo. Dal Ministro Cancellieri viene la disponibilità ad affidare la gestione del Cara di Mineo ad un Ente associativo tra Comuni, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico. Si fa strada così l’idea del Consorzio dei comuni, che garantisce l’omogeneità dell’intervento sul territorio e mantiene il potere di indirizzo politico agli Enti locali.
L’idea prende corpo il 13 dicembre 2012, festa di Santa Lucia, in un incontro al Ministero dell’Interno tra il Prefetto Angela Pria, Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, i rappresentanti dei Comuni, il Soggetto attuatore Giuseppe Castiglione e il Prefetto di Catania Francesca Cannizzo. Tuttavia, nelle more della piena operatività degli organi di indirizzo, controllo, amministrazione e gestione del consorzio, si stabilisce un periodo di transizione della durata massima di sei mesi, durante il quale, in deroga alle disposizioni statutarie ordinarie, si decide che il Consiglio di amministrazione sia composto dal Soggetto attuatore, che assume la carica di Presidente, nonché da quattro Sindaci dei Comuni consorziati, eletti dall’Assemblea. Così, il 28 dicembre 2012, viene alla luce il Consorzio dei Comuni “Calatino Terra di Solidarietà” (nome mutato in seguito in “Calatino Terra d’Accoglienza”). A presiedere il CdA. del Consorzio viene chiamato il soggetto attuatore uscente, il presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione.
Odevaine, secondo intercettazioni riferite dalla stampa, si sarebbe attribuita la paternità dell’idea del Consorzio dei comuni. Il consulente del Cara afferma in una conversazione col suo commercialista che il ministro dell’Interno Cancellieri gli aveva chiesto di trovargli un «soggetto pubblico che faccia da interfaccia tra il ministero ed i privati che lo gestiscono (…) ed io mi sono inventato questo Consorzio dei Comuni». Non sappiamo quanto ci sia di vero in tali affermazioni, ma è certo che Odevaine al Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale è un volto assai noto.
L’8 marzo 2013 il Consorzio Calatino Terra di Solidarietà” sottoscrive presso la Prefettura di Catania – ufficio territoriale di Governo – una convenzione col Ministero dell’Interno, con scadenza fissata al 30 giugno 2013, che regola la fase di transizione dalla gestione emergenziale a quella ordinaria. In sostanza si sostituisce al Soggetto attuatore della provincia di Catania. Con l’Ordinanza n. 33 del 20 dicembre 2012, il Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli aveva difatti autorizzato il Prefetto di Catania a stipulare apposita convenzione con il Consorzio dei Comuni del Calatino, con decorrenza dal 1° gennaio 2013 sino al 30 giugno 2013. Ma la configurazione giuridica è ancora assai nebulosa: si parla genericamente di “conduzione” e “gestione”, ma non si delegano al Consorzio le funzioni di stazione appaltante, che restano di competenza della Prefettura di Catania. In questa fase infatti il Viminale, su parere dell’Avvocatura dello Stato, non ritiene di attribuire maggiori poteri al Consorzio.
UN TENTATIVO DI SCALATA O GIOCO DELLE PARTI? – A seguito della pubblicazione del bando per la nomina del direttore generale del Consorzio “Calatino Terra di Solidarietà”, Odevaine si candida anche alla carica di direttore. Erano pervenute due domande, la prima di Giovanni Ferrera, la seconda di Odevaine. Interpellato da «Il Sette e Mezzo» il direttore del Consorzio Ferrera ha confessato di essere rimasto sorpreso e amareggiato: «avrebbe potuto avvertirmi». Il CdA del Consorzio, con delibera del 24 maggio, ritenendolo «utile e indispensabile al fine di dare anche continuità nella conoscenza dei fatti e della gestione» incarica il dott. Ferrera, poiché aveva già maturato, relativamente alle funzioni richieste, esperienza nel centro Cara di Mineo durante il periodo della gestione straordinaria. La nomina di Ferrera, con decorrenza dal 1° giugno al 31 dicembre 2013, sarà prorogata per il mese di gennaio 2014 e quindi confermata dal mese di febbraio sino ad oggi. Ferrera la spunta sul concorrente perché nel suo curriculum vantava una maggior esperienza amministrativa, ma Odevaine aveva più crediti nel campo dell’immigrazione. Certo se avesse vinto lui, hanno ammesso i sindaci presenti alla conferenza stampa indetta il 22 dicembre scorso, Anna Aloisi di Mineo, Aurelio Sinatra di Vizzini e Giovanni Verga di Licodia Eubea, «oggi racconteremmo un’altra storia». Resta poco chiaro se ci fu da parte di Odevaine un reale tentativo di scalata ai vertici del Consorzio per acquisire più potere, o se il suo fu solo un gioco delle parti. Quello che è chiaro è che, se di guerra si trattò, non fece né morti né feriti. Il curriculum di «profondo conoscitore delle problematiche legate all’immigrazione» non lascia infatti indifferente lo scrivente, cioè Castiglione, che «intende nominarlo nella qualità di esperto». Il CdA accoglie la segnalazione di Castiglione, che nomina il 29 luglio Odevaine suo consulente. Il consulente nel periodo agosto – dicembre 2013 riceve per prestazioni professionali 5.280 euro più un rimborso spese, per un totale di 8.217,75 euro.
SETTE PROROGHE PER UN CONTRATTO – Firmata la convenzione, il 25 marzo 2013 si riunisce il CdA del Consorzio “Calatino Terra di Solidarietà”. All’odg l’approvazione dello schema di contratto da sottoscrivere con l’ente gestore. Il termine di durata è fissato in 6 mesi a partire dal 1° gennaio 2013 sino al 30 giugno 2013, tenuto conto che il Ministero ha finanziato solo i primi sei mesi. L’importo pro-capite – pro-die previsto per la gestione di tutti i servizi è di 34.60 euro. Il contratto viene approvato definitivamente nella seduta del 15 aprile e sottoscritto con le parti il 22 maggio 2013.
La convenzione tra il Consorzio dei comuni e la Prefettura sarà confermata, in regime di prorogatio, per tre volte nel 2013 e di conseguenza anche il contratto per l’affidamento della gestione dei servizi delle forniture subirà la stessa sorte. Ma anche nel 2014 ci saranno ben quattro proroghe.
Il 29 giugno, un giorno prima della scadenza del contratto, dopo la proroga della convenzione con la Prefettura etnea sino al 30 settembre 2013, il Direttore generale del Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza” Ferrera a sua volta proroga il contratto sino a fine settembre. Ferrera lamenta che l’«incertezza dell’affidamento da parte del Ministero dell’Interno a questo Consorzio della gestione del CARA di Mineo, con la sottoscrizione di una convenzione, possibilmente di durata triennale, propedeutica alla predisposizione di un nuovo contratto di gestione per l’anno 2013/2014, ne hanno [sic!] condizionato la stipula entro i termini di scadenza del vigente contratto». Si lavora dunque a un rafforzamento del Consorzio, mediante una definizione giuridica più chiara delle sue funzioni e parallelamente ampliando ad un arco temporale triennale la durata della convenzione con la Prefettura.
Nel frattempo Castiglione, scaduto il suo mandato il 30 giugno, passa la mano il 19 luglio 2013 e il 25 luglio viene nominata presidente del Consorzio dei comuni il vice presidente Anna Aloisi.
La fase di transizione si prolunga sino a tutto il 2013 e oltre, talché il copione si ripete uguale, e dopo la prima proroga di giugno si hanno altre sei proroghe del contratto: la prima si ha il 28 settembre sino al 31 dicembre; la seconda il 30 dicembre 2013 sino al 31 gennaio 2014 (in attesa che si concludesse la selezione del nuovo Direttore Generale. La nomina di Ferrera era difatti scaduta il 31 dicembre 2013, e la sua nomina prorogata per tutto il mese di gennaio 2014); quindi si ha una terza proroga il 30 gennaio 2014 sino al 30 aprile 2014; la quarta proroga il 30 aprile 2014 sino al 30 giugno 2014; la quinta, il 30 giugno 2014 sino al 31 agosto 2014 (in attesa della stipula del contratto con l’Ati aggiudicataria dell’appalto, il Consorzio di Cooperative sociali Casa della Solidarietà); infine la sesta e ultima del 31 agosto sino al 30 settembre 2014. In tutto, con la proroga di giugno, sono sette le proroghe. Ma al Cara di Mineo l’attesa e il rinvio rientrano nella dimensione ordinaria e nella normalità.
Mentre si moltiplicano le proroghe in attesa che si definisca la nuova Convenzione col Viminale, cominciano le grandi manovre per il nuovo appalto. Il 2 ottobre 2013 la Prefettura di Catania, su indicazione del Ministero dell’Interno, invia una nota al Consorzio “Calatino Terra di Accoglienza” chiedendo «un valido e documentato titolo di disponibilità di una struttura idonea all’accoglienza di 3.000 immigrati ai fini della sottoscrizione di una convenzione triennale per la gestione di un Centro Cara». Tre anni prorogabili per altri tre, come si evince dall’Avviso pubblico con cui il Direttore Generale del Consorzio, Giovanni Ferrera, avvia un’indagine di mercato per l’individuazione dell’immobile da destinare a Cara. Si continua ad ignorare ancora una volta il Patto per la Sicurezza, siglato dai sindaci il 28.03.2011, che imponeva di non superare il tetto massimo di 2.000 unità tra i migranti accolti al “villaggio della solidarietà”. Il residence si estende infatti su 25 ettari nella piana di Catania, ha 404 unità abitative (140 sono villette a due piani) e potrebbe ospitare al massimo 2 mila persone. Ma nonostante l’emergenza sia finita, si continua a agire in deroga alle norme, col pretesto dell’urgenza emergenziale. Sono inoltre gli stessi Sindaci, che dovrebbero essere i garanti del Patto della Sicurezza, a non tenerne conto in quanto membri del Consorzio. Come se fossero affetti dalla sindrome bipolare del dottor Jekyll e Mr Hyde.
Considerato che i requisiti richiesti per la struttura dove allocare il Cara rispondono esattamente all’ex “Residence degli aranci” della Pizzarotti, dismesso nel 2011 dai militari statunitensi in contrada Cucinella, e che non ci sono altre strutture nel Calatino in grado di ospitare 3.000 migranti, l’indagine di mercato appare con un esito scontato. Come ammette candidamente lo stesso direttore Ferrera, allorquando, avviate a dicembre le trattative con la Pizzarotti, dichiara, come si evince dal verbale del 19 dicembre 2013, che «il “Residence degli Aranci” di Mineo è l’unica struttura di detto territorio idonea ad essere adibita a Cara per il ricovero di 3.000 immigrati». Pizzarotti forever dunque.
Il 20 dicembre 2013, dopo un anno di gestazione, viene firmata la nuova Convenzione tra la Prefettura di Catania e il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”. Il Consorzio assume il “ruolo di stazione appaltante per la selezione del soggetto gestore”, ruolo prima avuto dal Ministero dell’Interno. La Prefettura, oltre a trasferire le risorse statali, delega al Consorzio le seguenti funzioni: il coordinamento con le Istituzioni, la gestione delle procedure di gara per l’individuazione del Soggetto gestore e la gestione delle relazioni esterne. La nuova fattispecie giuridica si configura come un rafforzamento del Consorzio che riceve maggior autonomia, rispetto a quanto stabilito dalla Convenzione dell’8.03.2013, quando il Consorzio si era sostituito alla provincia di Catania quale Soggetto attuatore.
LA SAPIENZA DI SALOMONE – Dopo la sua presenza al convegno del 5 luglio 2012 a Montecitorio, anche nel 2013 Odevaine partecipa ad altre iniziative culturali. Lo troviamo relatore al Corso di alta formazione del Centro Studi Città di Foligno, col patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), del 30 maggio – 25 ottobre 2013. Odevaine tiene il 31 maggio, in occasione del II modulo, un seminario su “Mineo, nell’emergenza nasce la qualità: caso studio del Centro d’accoglienza più grande d’Italia”. Un titolo che è tutto un programma: quale fosse la “qualità” dell’accoglienza del Cara menenino decantata dal suo super esperto non sappiamo. Certo non appare tale agli “ospiti” che più volte scendono in strada per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a vivere. Dalla prima protesta, quella del 10 maggio 2011, all’ultima in ordine cronologico, quella del 19 e 20 dicembre 2013, le rivendicazioni sono sempre le stesse: l’attesa di un documento che non arriva, il desiderio frustrato di ricongiungersi alle famiglie, l’assenza di assistenza legale, i dinieghi non motivati, l’assistenza sanitaria inadeguata, il pocket money pagato in sigarette e ricariche wind e il collegamenti inesistenti con i centri urbani. Un malessere che spesso cova silenzioso per mesi, nel chiuso del centro, dove il male di essere è la condizione normale per chi ci vive. Gente che cercava la libertà e si è ritrovata prigioniera senza sapere perché, in una dimensione kafkiana di sospensione di vita e privazione di senso. Come Mulue Ghirmay, il giovane eritreo venuto da Keren e morto suicida il 14 dicembre 2013, i cui sogni di libertà si sono infranti nella prigione dorata del residence della solidarietà.
Ma per Odevaine l’emergenza comporta certamente un salto di qualità: lo si trova sempre presente nel centro menenino nei momenti che contano. Come si vedrà, Odevaine è in commissione nel terzo appalto, quello triennale di cento milioni, e anche prima coadiuva Ferrera nelle trattative per la stipula del nuovo contratto di locazione con la Pizzarotti. L’onnipresente commissario delle tre gare di appalto non rinuncia nemmeno a partecipare in proprio a una gara di appalto. Il 24 settembre 2013 concorre con la sua Fondazione IntegrA/Azione, di cui è presidente, alla gara per la selezione di partner privati ai fini della presentazione di un progetto finanziabile dal Fondo Europeo per i Rifugiati per l’Azione 3 – “Interventi finalizzati all’integrazione socio-economica dei titolari di protezione internazionale (non appartenenti a categorie vulnerabili” [in realtà la dicitura rientra nell’ambito dei progetti Fer per l’Azione 1 piuttosto che per l’Azione 3, ndr]. Concorrono, oltre a IntegrA/Azione, i soliti noti: il Consorzio Sisifo e il Consorzio Sol.Calatino. Vince Sisifo con 69 punti su 100. A seguire IntegrA/Azione con 65 punti e Sol.Calatino con 64. Ma, come s’è visto in occasione della nomina del direttore generale, al Consorzio dei Comuni non amano scontentare nessuno. La gara si rivela infatti una pura formalità. La commissione, dal momento che «il bando prevedeva la possibilità di scegliere più partner (fino a un minimo [sic!] di tre» e valutata l’«adeguatezza di tutte le proposte presentate» decide, dimostrandosi degna dell saggio re Salomone, di ammettere come propri partner tutte e tre le ditte concorrenti. Resta il fatto assai stravagante che Odevaine riveste un duplice ruolo in questa vicenda: consulente del presidente del Consorzio dei comuni e presidente di una Fondazione che partecipa ad una gara indetta dallo stesso Consorzio dei comuni. Ma evidentemente questa sua caratteristica di attore double face, che non gli è nuova, sfugge ai più.
Ma c’è di più. L’incarico di consulente gli è prorogato e quindi riconfermato il 7 gennaio 2014 con scadenza triennale sino al 31 dicembre 2016 da Anna Aloisi. La Aloisi spiega inequivocabilmente al CdA la necessità della conferma del dott. Odevaine quale esperto del Presidente in forza dell’«importante ruolo svolto dal suddetto professionista nei rapporti tra Consorzio e Ministero dell’Interno, in Roma». Le competenze relative all’incarico di consulenza coprono un ventaglio assai ampio, dove ci può stare di tutto: vanno dall’attività di vigilanza all’andamento degli uffici e dei servizi, dai rapporti con Enti e Istituzioni pubbliche alla programmazione progettuale a rilevanza europea, nazionale e regionale. La somma impegnata dal provvedimento di nomina nel bilancio 2014, alla voce “spese per il personale” è di euro 11.712.
Odevaine si è poi dimesso dall’incarico perché il 20 giugno del 2014 è stato nominato dal Consorzio Terra d’Accoglienza collaboratore a tempo determinato part-time (50% dell’orario intero di lavoro) dell’Ufficio “Progettazione, gestione e rendicontazione fondi europei”, che opera alle dirette dipendenze della Direzione Generale del Consorzio. Per la stipula del contratto di lavoro nel corrente anno la somma impegnata è pari a euro 6.700, compresa Irap, al lordo delle trattenute previste per legge e detta spesa comporterà per l’anno 2015 un impegno finanziario complessivo pari a 12.872,02 euro, al lordo delle trattenute previste per legge. È singolare che il 24 settembre dell’anno prima la Fondazione dell’esperto del Cara in Fondi europei aveva vinto come partner privato la selezione a un progetto finanziabile proprio dal Fondo Europeo per i Rifugiati.
Scrivono i Pm nell’ordinanza di arresto: «Odevaine è un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati che per non compromettere le sue possibilità istituzionali si fa cambiare il cognome a seguito di condanne riportate», delineando il ritratto di un abile tessitore di una rete di relazioni su cui costruire un fitto sistema: il “sistema Odevaine”.

Continua…

Giacomo Belvedere – Giuliana Buzzone