Ma quali minori

Ovvero: quando a 16 anni dormi per strada e quando a 26 dichiari di averne 16.Per non dormirci più per strada.Di Marta BellingreriDopo che ci han dormito abbastanza tempo, anni a volte, per la strada e per le campagne del Sud Italia, migranti di varia provenienza si autodenunciano alla polizia come “minori” per levarsi di dosso quell’odore. L’odore della Stazione Termini che alcuni cittadini e passanti di Roma lamentano essere “insopportabile ormai”. Forse lo è di più per chi se lo ritrova addosso. E per chi in tre anni non ha avuto uno straccio di documento, sebbene scappasse dalla guerra. Il quadro in Italia dei cosiddetti Minori Stranieri Non Accompagnati è molto più ampio e critico di quanto statistiche e comunicati dichiarano e aggiornano.
Potremmo cominciare da Murad. Che minore lo è stato fino ad una settimana fa. E che adesso quindi è un adulto, sempre non accompagnato, ma non più inseribile nelle strutture di accoglienza per minori. E che in quanto tunisino rischia un’espulsione. Eppure il 14 settembre a Lampedusa ne aveva 17 di anni. In due mesi di attesa e procedure in corso, di cui poco ha compreso, è prevalso ancora l’istinto di andare e di emigrare: “sono venuto in Italia per lavorare”. L’allontanamento dalla struttura temporanea di accoglienza in Sicilia lo ha portato insieme al compagno Masur, minore anche lui, ma che minore ci resta per altri undici mesi, in ostacoli inaspettati. Prima di tutto il treno dal quale per due giorni sono saliti e scesi non possedendo un titolo di viaggio. Poi la strada, quella dove si ritrovano a dormire diversi minori ultimamente. E dove ritrovano anche un compagno di viaggio, di Lampedusa, di casa. Stesso paese, Sidi Bu Zid, à l’origine; stesso passaggio, comune a più di venticinquemila tunisini nel 2011, Lampedusa; stessa struttura-ponte, i luoghi più vari e di diverse gestioni dove dal luglio di quest’anno sono stati posteggiati i minori in attesa delle pratiche legali e di una futura collocazione, insomma una stessa casa “temporanea”: l’ entroterra siculo.Ma i tre compagni ritrovatisi alla stazione Termini sono costretti a separarsi: è solo il diciottesimo compleanno di Murad a deciderlo. I due minori, quelli veri, quelli ancora sulla carta minori, scoprono che la strada non fa per loro, hanno paura. A 16 anni Salah ha dormito una settimana accanto a connazionali le cui abitudini non lo entusiasmavano. Avranno in comune la nazionalità e la voglia di partire, ma a Salah non va di riscaldarsi con tutto quell’alcool. Masur se ne accorge in una sola sera: si è pentito di essere fuggito, ma lo ha fatto perché voleva cercare fortuna, lasciare il Sud Italia per la capitale, come molti siciliani e migranti fanno regolarmente da un secolo.Senza sapere in partenza che la polizia lo avrebbe acciuffato e rilasciato, e che il clima notturno nella capitale non è rassicurante. Così ci chiedono di poter tornare. Tornare al Sud dove sanno che saranno riaccolti, perché sono minori, minori veri. Al neo diciottenne deve restare addosso per qualche giorno ancora l’odore della stazione. E per adulti sans papiers a Roma tutto è stracolmo, le richieste sono il doppio della possibilità di accoglienza, il circuito umanitario delle chiese o i dormitori dei centri sociali hanno ancora Rosarno 2010 scolpito. Insomma, a Roma si dorme per strada aspettando un’altra emergenza: l’emergenza freddo. Ossia attorno all’8 dicembre quando sei già morto di freddo i posti si moltiplicano e forse anzichè vagare potrai non rischiare la vita. Le statistiche servono molto, è possibile per esempio risalire al numero di minori soprattutto tunisini che si sono allontanati dalle strutture di accoglienza temporanea. Ci si chiede spesso perché e non basta rispondere che spesso le strutture sono carenti ed isolate, che si mangiano tutti i giorni gli stessi pasti, che mancano progetti educativi e talvolta le figure professionali adatte a seguire i minori. Bisognerebbe anche considerare l’impazienza di poter seguire il proprio progetto migratorio che la burocrazia, la lentezza e l’assurdità del sistema legislativo e di accoglienza in Italia scardina. Così alla fine di questa voglia di viaggiare o semplicemente voglia di rivedere persone della tua famiglia in Italia e in Francia ti rimane un grande punto interrogativo se nel frattempo hai compiuto 18 anni. E a quel punto puoi solo assaggiare la sopraggiunta clandestinità.C’è chi l’ha assaggiata per anni e non era mai arrivato in Italia come minore. Infatti c’è chi al sopraggiunto diniego di protezione internazionale, non ha nessun strumento per avviare un ricorso, per esempio. Intanto la campagna chiama: Foggia, Rosarno, Nardò e a fine stagione tutto ricomincia. Chi siamo noi? All’improvviso diverse centinaia di africani si scoprono minori. Solo perché così possono rientrare in un sistema di emergenze che di anno in anno almeno i minori non li lascia per strada. Tranne quelli che ci si ritrovano sempre. Insomma, se vieni dal Mali o dalla Guinea Conakry, e non hai mai pensato di mentire finora, è giunta l’ora di commettere un altro reato, oltre a quello di clandestinità: dichiarare false generalità rispetto alla tua data di nascita. Il vecchio trucco che il passaparola tra tunisini ha fatto sì che si muovessero liberamente, ma poi clandestinamente, in Europa altre centinaia di uomini. Il trucco che a Lampedusa funzionava e che molti tunisini hanno utilizzato: dichiararsi minore per non essere rimpatriato. Ma ai cosiddetti subsahariani invece la voce del vecchio trucco è arrivata molto in ritardo. Hanno dai 20 ai 30 anni e al Pronto soccorso la loro età presunta è 17 : quella che dichiarano. Fino a quando poi dalla misurazione del polso e dei peli pubici si passerà ai raggi X all’ospedale militare. E allora quelli che furono richiedenti asilo e sono ora minori africani dovranno rendere conto del loro reato. I nomi dei ragazzi sono fittizi. Masur e Salah sono stati riaccolti dalla struttura di accoglienza come MSNA (minori stranieri non accompagnati) precedentemente soggiornanti nella stessa S.A.T. (Struttura di accoglienza temporanea). In queste ore la stessa , dopo che il soggetto attuatore delle strutture-ponte dell’emergenza Lampedusa aveva risposto che in quanto adulto il neo diciottenne non poteva venire riaccolto, si prende carico informalmente di Murad che così è ritornato in Sicilia, dopo una settimana di ricerca di un posto letto e di un’assistenza legale per il suo caso a Roma. E che tutto aveva, tranne la faccia di un adulto.Quando gli adulti , anche se arrivati come minori, non possono fare la loro strada da soli, le strutture non li riprendono e Save the Children risponde che di adulti loro non si occupano, noi che cosa rispondiamo? Che cosa rispondono i cittadini e le cittadine italiane alle continue emergenze e ad un sistema che induce a mentire limitando e limando la libertà e dignità di centinania di uomini?Dei “minori” di vari paesi dell’Africa subsahariana, attualmente non si sa che cosa sarà del loro percorso legale, ma le procedure sono in corso come per minori al momento un letto e più di un pasto caldo al giorno ce l’hanno. Anche se è la solita pasta al sugo.