Migranti, ecatombe in mare

Si ribalta barcone con 136 persone. Si cercano 79 dispersi.Da Lettera43.La Guardia Costiera li ha trovati all’alba del 7 settembre.Per riuscire a restare a galla e raggiungere gli scogli alcuni si erano tolti i vestiti.Mezzi nudi, infreddoliti e terrorizzati si sono rifugiati su un isolotto di poco più di un chilometro quadrato, Lampione, il primo lembo della «terra promessa» per cui hanno rischiato la vita.

RACCONTO NON CONVINCE. Una quarantina dei 56 migranti soccorsi era riuscita ad arrivare a terra. Gli altri erano in acqua. Ma non tutti i 136 migranti, in gran parte tunisi, che erano sul barcone naufragato a 12 miglia da Lampedusa ce l’ha fatta.A chi li ha portati in salvo hanno detto di essere partiti dalle coste tunisine e di essere naufragati a largo della più piccola delle Pelagie. Ma il racconto non convince gli investigatori.RIPESCATO UN CADAVERE. Dell’imbarcazione con la quale avrebbero preso il mare non è stata trovata traccia, né sono venuti a galla oggetti e chiazze di carburante. E poi un solo cadavere è stato ripescato. Gli altri dispersi sono svaniti nel nulla. Anomalie che inducono gli investigatori, sulla vicenda la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, a pensare che le cose siano andate in modo diverso e che, secondo un drammatico copione già visto, gli extracomunitari siano stati invece «scaricati» in acqua a poca distanza dall’isolotto da un barcone che si è poi allontanato.

La verità, forse, verrà fuori dagli interrogatori dei 56 sopravvissuti. Tutti, tranne una donna incinta ricoverata al Poliambulatorio, Wafa, di 25 anni, sono stati portati nel centro di accoglienza.Sono arrivati sotto choc e zuppi d’acqua, ma sono in buone condizioni. A bordo del barcone sul quale sono partiti il 6 settembre, secondo alcuni, mentre altri parlano di un viaggio di due giorni, ci sarebbero state anche altre donne e 6 bambini.Anche se la giovane tunisina superstite parla di sole due altre compagne di viaggio.I CONTI NON TORNANO.Nel drammatico racconto di Wafa c’è tutto il terrore di chi ha rischiato la vita e il dolore di chi ha perso un familiare.La donna ha raccontato che con lei era partito il fratellino di 5 anni che sarebbe annegato.La magistratura ha proceduto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio.LE RICERCHE CONTINUANO.La Guardia Costiera, intanto, continua le ricerche dei dispersi. Imponente lo schieramento dei mezzi impegnato nelle operazioni: a pattugliare un’area di circa 400 miglia quadrate sono un elicottero, un aereo, due motovedette della Capitaneria, una imbarcazione dei carabinieri e tre navi della Nato.A dare l’allarme alla Capitaneria sono stati i carabinieri che nel pomeriggio del 6 settembre avevano ricevuto una drammatica telefonata.Un sos lanciato dal barcone da uno dei migranti. Alle 18 sono partiti un elicottero e una motovedetta, ma gli uomini della Guardia Costiera non sono riusciti a vedere nulla.«Un’ora dopo si sono aggiunte altre due motovedette, poi due pattuglie della Finanza e successivamente tre navi della Nato. Era buio pesto. Solo verso le 2,30 siamo riusciti ad avvistare due uomini in mare e poco dopo gli altri», ha raccontato il comandante Giuseppe Cannarile.

«Siamo profondamente addolorati per le vittime della tragedia che si è consumata questa notte. Non dobbiamo mai abituarci a questi drammi, all’idea che ancora oggi attraversare il Mediterraneo in cerca di un lavoro e di una vita dignitosa diventi per migliaia di uomini e donne una roulette russa», ha detto il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini che, dopo avere appreso del naufragio, ha inviato sms ai pescatori dell’isola per invitarli a partecipare alle ricerche.NESSUNA FATALITÀ.«Nessuno può archiviare il caso come l’ennesima inevitabile fatalità», ha commentato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che ha invitato l’Ue a «rimettere al centro della propria agenda il tema dell’immigrazione proveniente dall’ Africa, perché è un dramma che riguarda l’intera l’Europa».Un appello, quello del governatore, che ricalca l’invito rivolto alle istituzioni europee dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.

Venerdì, 07 Settembre 2012