NEWSLETTER Siciliamigranti – marzo 2012

– Profughi respinti in Tunisia. Una video-inchiesta dal campo profughi di Shousha
– Riprendono gli sbarchi a Lampedusa ed i trasferimenti a Pozzallo.
I dati sugli arrivi e sui dispersi
– Alla ricerca dei migranti tunisini dispersi. A Tunisi le mamme assaltano l’Ambasciata italiana
– Protesta di un gruppo di richiedenti asilo nigeriani a Palma di Montechiaro.
Tensioni anche nel ragusano
– Testimonianze dall’inferno di Milo (Centro di identificazione ed espulsione di Trapani)
– Osservatorio sulle violazioni del diritto di difesa

PROFUGHI RESPINTI IN TUNISIA. UNA VIDEO-INCHIESTA DAL CAMPO PROFUGHI DI SHOUSHA
La sera del 17 marzo, un peschereccio francese, con l’equipaggio tunisino che aveva soccorso 74 migranti naufraghi fra Malta e Lampedusa, è dovuto tornare indietro perché nè le autorità italiane nè quelle maltesi autorizzavano l’attracco nei rispettivi porti. Così sono stato portati a Sfax in Tunisia e trasferiti nel campo profughi di Shousha al sud della Tunisia, vicino il conifine libico. La situazione in questo campo, gestito dall’UNHCR (United Nations High Commissioner for refugees) e aperto più di un anno fa, è molto critica. A febbraio 2012 è stata realizzata una video-inchiesta:http://www.radioradicale.it/scheda/348096
L’UNHCR ha reagito subito e a negato le dichiarazioni dei profughi:
http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2012/03/14/news/immigrati_radio_radicale-31536769/
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6828/

RIPRENDONO GLI SBARCHI A LAMPEDUSA E I TRAFERIMENTI A POZZALLO. I DATI SUGLI ARRIVI E SUI DISPERSI
Con il ritorno del bel tempo, sono ripresi anche gli arrivi via mare a Lampedusa, e si continuano a contare i morti. Ma a Lampedusa il centro di contrada Imbriacola è ancora chiuso, e l’isola è ancora dichiarata porto non sicuro. Nelle scorse settimane molti dei migranti tunisini giunti a Lampedusa sono stati trasferiti al Centro di Soccorso e Prima Accoglienza di Pozzallo per essere rimpatriati, facendo registrare anche momenti di tensione:
http://www.borderlinesicilia.org/2012/03/17/riprendono-gli-sbarchi-lampedusa-e-i/.
http://fortresseurope.blogspot.de/2012/03/lampedusa-5-morti-su-una-barca-soccorsa.html
http://www.borderlinesicilia.org/2012/03/21/tensioni-allinterno-del-cspa-di/
http://www.borderlinesicilia.org/2012/03/26/migranti-nuovi-arrivi-pozzallo/
La notte del 28 marzo è approdata a Lampedusa una piccola imbarcazione con a bordo 36 Tunisini, tra i quali una donna e tre minori. Contrariamente a quanto diffuso dalle agenzie stampa, i maschi adulti, per espressa disposizione della Questura di Agrigento, hanno trascorso la notte all’addiaccio in prossimità del molo. Alla società civile presente sull’isola è stato impedito di portare soccorso ed assistenza. Subito dopo lo sbarco sono intervenuti degli operatori della cooperativa Lampedusa Accoglienza rifornendo i migranti di abiti asciutti. Soltanto il giorno dopo i Tunisini sono stati trasferiti presso un residence a Cala Creta ed il giorno dopo trasferiti al centro di Pozzallo.
http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-ad0fa3e7-0e60-49ea-9ec8-267e48f2216a.html
Nei prossimi giorni il CSPA di Lampedusa verrà riaperto. In queste ore una squadra è all’opera per il ripristino dei locali non coinvolti nell’incendio del settembre 2011. Il centro potrà ospitare fino a 300 immigrati.
Lo scorso 29 marzo, il Ministero dell’Interno ha diffuso i dati degli arrivi in Italia dall’inizio dell’anno. A Lampedusa sarebbero 573 i migranti giunti sull’isola, di cui 410 uomini, 104 donne e 59 minori, rispetto ai 18 mila 672 del 2011.
http://www.vita.it/news/view/119474
Dal 1994, nel Canale di Sicilia sono morte almeno 6.226 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia (da Zuwarah, Tripoli e Misratah), dalla Tunisia (da Sousse, Chebba e Mahdia) e dall’Egitto (in particolare la zona di Alessandria) verso le isole di Lampedusa, Pantelleria, Malta e la costa sud orientale della Sicilia, ma anche dall’Egitto e dalla Turchia alla Calabria.(…) Il 2011 è stato l’anno più brutto: tra morti e dispersi, sono scomparse nel Canale di Sicilia almeno 1.822 persone. (…) Nel 2011 infatti, a fronte di circa 25.000 arrivi dalla Tunisia e di altrettanti dalla Libia, le morti documentate sulla rotta tunisina sono state 334 mentre quelle sulla rotta libica sono state addirittura 1.488.
http://fortresseurope.blogspot.de/2006/02/nel-canale-di-sicilia.html http://fortresseurope.blogspot.de/2012/03/la-strage.html#more

ALLA RICERCA DEI MIGRANTI TUNISINI DISPERSI. A TUNISI LE MAMME ASSALTANO L’AMBASCIATA ITALIANA
In Tunisia le famiglie che da mesi attendono con ansia notizie dei giovani parenti dispersi ci informano che nonostante da giorni sono pervenute in Italia le prime 70 impronte digitali al fine di affettuare i necessari riscontri, il Ministero dell’Interno non ha, come anticipato nei giorni scorsi, resi pubblici i risultati attesi per lo scorso 29 marzo, rinviando il momento “a data da destinarsi”. In occasione delle due manifestazioni tenutesi contemporaneamente scorso 30 maarzo a Roma e Tunisi, l’ambasciata tunisina e quella italiana hanno chiuso le porte, rifiutandosi di ricevere le delegazioni delle famiglie dei dispersi.
http://leventicinqueundici.noblogs.org/?p=892, http://leventicinqueundici.noblogs.org/?p=920
Federica Sossi, rappresentante dei collettivi di donne “Da una sponda all’altra: vite che contano” ci ha riferito che nel corso della manifestazione a Roma, al no dell’Ambasciata tunisina, una delegazione ha chiesto ed ottenuto un incontro con il prefetto Pria del Dipartimento delle libertà civili e dell’immigrazione. La Pria ha confermato che lo scorso 22 marzo, in occasione della visita della Cacellieri a Tunisi, il governo locale ha consegnato alle autorità italiane la “documentazione”, senza meglio specificare, nonostante le insistenze dei membri della delegazione, a quale documenti si riferisse. L’incontro si è concluso con la promessa del prefetto di organizzare un incontro tra la delegazione e il responsabile della Polizia della frontiera del Direzione centrale per l’immigrazione nei prossimi giorni per conoscere i dettagli delle operazioni di ricerca dei giovani tunisini scomparsi.
Nello stesso pomeriggio, in Tunisia il comitato di mamme dei giovani dispersi ha assaltato l’Ambasciata chiedendo risposte alle domande che da mesi rivolgono alle Autorità italiane e tunisine. Questo è il link del video della manifestazione a Tunisi dello scorso 30 marzo: http://www.storiemigranti.org/spip.php?article1035

PROTESTA DI UN GRUPPO DI RICHIEDENTI ASILO NIGERIANI A PALMA DI MONTECHIARO. TENSIONI ANCHE NEL RAGUSANO
Il 7 marzo scorso alcuni richiedenti asilo nigeriani, ospiti di un centro d’accoglienza di Palma di Montechiaro, aperto con i fondi dell’emergenza della Protezione Civile, hanno messo in atto una forma estrema di protesta, perchè esasperati dai lunghi tempi di attesa e dall’incertezza sulla loro condizione. L’associazione Borderline Sicilia e la sezione siciliana dell’Asgi hanno diramato questo comunicato stampa: http://www.borderlinesicilia.org/2012/03/07/protesta-di-un-gruppo-di-richiedenti/
Sedate le tensioni, la Protezione Civile su disposizione della Questura di Agrigento ha chiuso il centro. I 17 richiedenti asilo sono stati smistati nei centri di Gela, Acireale e Piazza Armerina. Il centro era gestito da un ente che da anni si occupa dell’accoglienza di immigrati ed in particolare di soggetti vulnerabili. La vicenda ha fatto scattare i nuovi controlli su altri centri della provincia, a seguito dei quali altre strutture sono state chiuse.
Anche nel ragusano nei giorni scorsi si sono verificati fatti analoghi a quelli di Palma di Montechiaro. Due richiedenti asilo del Ciad, che erano accolti presso un centro “dell’emergenza” a Chiaramonte Gulfi, sono stati arrestati a Ragusa con l’accusa di devastazione, dopo essere stati cacciati da diversi centri della provincia. Le rimostranze mosse dai due ragazzi sono scaturite dalle lungaggini dei tempi di definizione della procedura della protezione internazionale.
Le due vicende ci danno conferma che l’agire in “emergenza” produce una cattiva gestione del sistema di accoglienza.

TESTIMONIANZE DELL’INFERNO DI MILO (centro di identificazione ed espulsione di Trapani)
“Qui siamo trattati peggio dei porci. Non ce la facciamo più”. È la denuncia di un giovane migrante recluso nel Centro di identificazione ed espulsione di Milo, nelle campagne trapanesi. Da 3 giorni 240 migranti, la maggior parte di origine maghrebina, stanno mettendo in atto uno sciopero della sete, della fame e dei farmaci per difendere la propria dignità. “Qui noi siamo soltanto delle bestie. Siamo 12 persone in celle che ne potrebbero ospitare soltanto 6. C’è chi dorme a terra”. E nei pavimenti sporchi ci si mangia pure, da quanta racconta il giovane recluso. La situazione che ci descrive è allarmante: “Qui dentro ci sono epilettici, diabetici, persone con problemi mentali. Come fanno a tenerle ancora qui? Siamo delle persone”. Denunce pesanti sono rivolte anche nei confronti delle Forze dell’ordine: “Ci hanno picchiato più volte con i manganelli quando qualcuno ha tentato di fuggire. Qualcuno è finito pure in ospedale con ossa fratturate”. E la tensione non diminuisce. “Il clima è teso. La polizia sta applicando una politica di rimpatrio forzato a tappe veloci. Se arriva il diniego alla richiesta di protezione entro 15 giorni si viene imbarcati su un aereo e rispediti a casa”. La mattina del 22 marzo un tunisino è stato trasferito presso una struttura ospedaliera di Palermo per ricevere cure da specialisti in maxillofacciale a causa delle ferite riportate all’occhio destro in circostanze ancora poco chiare.
http://www.borderlinesicilia.org/2012/03/20/testimonianze-dallinferno-di-milo/
http://www.borderlinesicilia.org/2012/03/22/ancora-in-sciopero-i-reclusi-milo/
Allo stato lo sciopero della fame e della sete è stato interrotto da una settimana. I detenuti di Milo minacciano di riprendere l’iniziativa in assenza di alcuna risposta proveniente dalle Autorità intervenute nei giorni scorsi a sedare le proteste.

OSSERVATORIO SULLE VIOLAZIONI DEL DIRITTO DI DIFESA
Come anticipato lo scorso mese, segnaliamo una delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania del 7 febbraio scorso (che fa seguito ad una precedente del 2009), con la quale si sospendono tutte le istanze di ammissione al gratuito patrocinio presentate dai richiedenti asilo, ponendo al Presidente del Tribunale un quesito sull’idoneità dei documenti allegati alle istanze.
Appaiono evidenti i profili di illegittimità di un tale provvedimento, sia perchè il Consiglio dovrebbe deliberare sulle singole istanze, e non “collettivamente”, sia perchè la sospensione non è un provvedimento previsto dal Testo Unico sulle spese di giustizia, e non è in alcun modo impugnabile. Si tratta inoltre un provvedimento immotivato, essendo ormai pacifico che l’attestato nominativo rilasciato dalla Questura, funge da documento d’identità per il richiedente asilo, che scappa dal proprio paese e giunge in Europa privo di documenti.
http://siciliamigranti.blogspot.it/p/materiali.html

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