Intervista con il Capo del Circondario marittimo di Lampedusa, Tenente di Vascello Giuseppe Cannarile Guardia di Costiera di Lampedusa

Quante operazione di soccorso avete fatto quest’anno?

Fino al 15 luglio erano 63
operazioni di soccorso e 6.792 persone (migranti) soccorse. Deve aggiungere
circa 1.000 altre persone dal 15 luglio.

La Guardia Costiera va a soccorrere anche in acque SAR* non italiane – come funziona?

Se la posizione della barca
è chiara non ci sono problemi, usciamo subito e cerchiamo di raggiungerla. Non
importa dove si trova, importante che le persone vengono salvate. Questo è il
nostro compito. Se i migranti hanno chiamato con un telefono satellitare dobbiamo
verificare la posizione tramite la compagnia (Thuraya) che ha sede in Dubai. Lì
si perde già un po di tempo. Però intanto le vedette escono.

Per quanto riguarda le zone
SAR – a noi non importa, non ci sono confini nel mare per salvare le persone.
Certo, informiamo le autorità libiche se i migranti si trovano ancora nelle
loro acque SAR, ma non abbiamo un interlocutore fisso, la situazione politica
in Libia è instabile, non è perché non vogliono parlare con noi, ma il sistema
non funziona. Se la barca in deriva si trova molto lontano dirottiamo i
mercantili e pescherecci nelle vicinanze per salvare intanto.

Se le persone sono già
state soccorse da altri navi può succedere che incomincino le trattative tra i
paesi. Io mi ricordo di due casi…

Per esempio il caso PINAR E in 2009?

Si, per esempio. Le persone
erano salve e gli stati, Malta e Italia, hanno incominciato le trattative
perché si trattava di acque SAR maltesi.

Però quando riceviamo una
chiamata da un Thuraya usciamo subito noi, a prescindere dove si trovano i
migranti.

Chi decide l’operazione?

La capitaneria (Roma?)
decide e noi, se si tratta della nostra missione, dirottiamo le navi civili e
militari. Mi è già successo che siamo partiti con una motovedetta che si è rotta
lungo il viaggio, a questo punto mandiamo subito la prossima. Poi collaboriamo
con tutti: Guardia di Finanza, Carabinieri, la Marina Militare. Chiamiamo anche
le navi della NATO che svolgono un tutt’alto tipo di lavoro, ma se c’è una
barca alla deriva ed in pericolo e loro sono vicini, li chiamiamo.

Quante vedette ci sono a Lampedusa e possono uscire “ognitempo”? O dovete
chiamare spesso – come nel passato – i pescatori mazzaresi?

Prima era così, ma ora
abbiamo 4 vedette “ognitempo”, e siamo in grado di agire anche con il mare
molto mosso. Sono 5 uomini di personale e 2 medici dell’ordine di Malta a bordo
di ogni vedetta.

Frontex – esiste qui a Lampedusa?

Certo che esiste!

Ma come missione? Ancora come missione “Nautilus”?

No! La missione non c’è
più. Ma Frontex per esempio ci ha pagato le 4 motovedette. Ci aiuta con i
soldi. Paga gli straordinari dei miei uomini.

Un soccorso per il quale
per esempio devono uscire 2 motovedette a 70 miglia costa circa 80.000 €! Così
i soldi di Frontex ci aiutano. Ma Frontex non ci comanda, non decide che
dobbiamo fare. Non ci sono navi Frontex. Agiscono in un altro modo: non è il
soccorso, ma sono alla ricerca delle rotte degli scafisti, lottano contro la
tratta. Non intervengono operativamente nel soccorso nostro.

Ma qualche anno fa (2007) la sede operativa di Frontex era sia a Malta sia a
Lampedusa, missione Nautilus, giusto? Con il comandante Niosi come responsabile…

I tempi di Niosi erano
diversi, il problema era un altro. Gli scafisti c’erano, loro hanno controllato
la frontiera perché sulle barche c’erano gli scafisti. Oggi mettono un migrante
al timone…

Il caso Lampione – il 7 settembre 2012 muoiono circa 80 tunisini. Leggendo tutti
gli articoli su questo caso ci stupiscono due cose: la chiamata di soccorso è
arrivata verso le ore 18, ma il soccorso stesso si svolgeva solo alle ore 2:00
di notte? Come mai?

Da Lampedusa a Lampione
sono 12 miglia, 22 chilometri. Quando le chiamata non arrivano tramite un
telefono satellitare non possiamo individuare dove si trova la barca. In questo
caso hanno chiamato da un cellulare e ci risultava soltanto che erano vicino a
Lampedusa, ma non dove esattamente. 20 minuti dopo la chiamata sono uscite le
prime due motovedette. Ma siccome i migranti ci hanno detto che si trovassero
al sud di Lampedusa non li abbiamo trovati! Non ci hanno parlato di Lampione.
Non conoscevano la zona. Io sono marinaio, ma se io mi trovo in Olanda e
qualcuno mi chiede dove sia potrei rispondere soltanto “vedo un mulino a vento”,
così anche loro non sapevano dove si trovassero. E noi non li abbiamo trovati.
Neanche l’elicottero uscito li ha visto. Quando è arrivata la seconda chiamata
erano passati 1, 2 ore e si capiva che dovessero essere vicino a Lampione. Il
tempo di tornare dal sud a Lampione…Abbiamo avvisato tutte le navi in vicinanza
di Lampione, alle 19:30 faceva già buio, non era facile trovarli. E tutto il
tempo che abbiamo perso con la rotta sbagliata…Poi si perdeva anche tempo con
le chiamate dei migranti, parlavano in arabo, dovevamo farlo tradurre… con
tutto questo si perdeva tempo.

Ma c’è un faro a Lampione?

Chissà dove sono stati. I
problemi di Lampione sono due: non c’è un faro ma un fanale. Questo significa
una luce bianca che potrebbe essere anche una luce bianca di una nave, un’imbarcazione.
Allora forse hanno pensato di vedere “il faro”, ma non lo era. L’altro problema
è la costa con fondali bassi, non si arriva facilmente con una barca a Lampione,
ci sono tanti scogli.

Abbiamo letto che pure una nave “Frontex” belga ha partecipato ai soccorsi?

(Ride) Non mi ricordo se c’era
una nave belga, c’erano navi italiane e una nave tedesca. Ma erano lontani, non
sulla nostra rotta. Erano della Marina Militare. Anche navi della NATO sono
venute ad aiutare.

Alla fine non ci sono stati trovati i residui della barca affondata…è
possibile che non si trova niente?

No, non è normale. Abbiamo
fatto le ricerche fino all’inizio di ottobre e fino a Linosa…Abbiamo preso
pure i campioni dai vestiti dei morti…

Linosa, dove fu trovato un corpo…

Si. Con tutti i nostri
mezzi, con l’aiuto di pescherecci ecc., non abbiamo trovato niente. Normalmente
i vestiti pian piano salgono, si staccano dal corpo, un po di carburante, un
pezzo di legno…niente.

Qual’è la Sua teoria?

Anche tra di loro, tra i
migranti stessi c’erano delle contraddizioni. Prima dicevano che erano in 90,
poi in 150, poi in 110…, quanti erano davvero? O tutte le chiamate erano per
distrarci e per arrivare in salvo direttamente? Non si sa. All’inizio ho
pensato che c’erano solo i superstiti a bordo, ma quando abbiamo trovato le
salme era chiaro che si trattava di un naufragio, o di uno sbarco sforzato al
mare…

Un giorno dopo la tragedia è
arrivata un’altra imbarcazione di tunisini a Lampedusa.

[questo risulta anche da un
testimone che ha raccontato di aver visto anzi due imbarcazioni passati, la
redazione]. Chissà quante barche sono partite veramente?

Il Mediterraneo è un grande
cimitero, pieno di barche affondate. Non sappiamo nemmeno chi è partito e mai
arrivato.

Allora ci sono delle contraddizioni, dei punti non chiari in questa
faccenda?

Si, ci sono. Una donna
incinta per esempio ha raccontato di aver fatto 12 miglia (24 km) nuotando – è impossibile, soprattutto
per una donna incinta.

Spero veramente che non c’erano
tante persone a bordo come dicevano.

Ringraziamo il tenente di Vascello Cannarile per questa intervista. Il caso
Lampione, si capiva durante l’intervista, era molto sconvolgente anche per lui.
È stato lui a riprendere la faccenda per ben tre volte durante l’intervista.

*SAR: Search and Rescue Zone – zona di ricerca e salvataggio

Intervista: Judith Gleitze, Borderline Sicilia/borderline-europe

Foto: Hagen Kopp