FINE DELLA PROTESTA DEI RICHIEDENTI ASILO PAKISTANI.

La protesta dei
richiedenti asilo di origine pakistana iniziata la sera di martedì 26 febbraio
fuori dal centro di Pian del Lago è
terminata nella mattinata di giovedì. Dopo quasi 48 ore di blocco della strada
antistante i manifestanti hanno ottenuto un incontro con il responsabile
dell’area Immigrazione della Prefettura e, al di là della questione dei
permessi di soggiorno che era stata la causa scatenante, hanno avanzato tre
richieste specifiche per porre fine alla protesta:

– che venga
riconosciuta la protezione umanitaria a tutti i punjabi, (richiesta già fatta a
novembre , vedi http://www.borderlinesicilia.org/2013/11/21/caltanissetta-proteste-pacifiche-dei/),

– che venga evitata
l’accoglienza nel CARA a tutti i richiedenti asilo provenienti dal Punjab,
visto l’alto numero di dinieghi da parte della Commissione: preferiscono non fare
ingresso nel CARA piuttosto che rimanervi chiusi dentro per 12 mesi, inutilmente.

– che i tempi di
attesa della Commissione siano di massimo 6 mesi (ovvero entro i termini
stabiliti dalla legge).

Solo quest’ultima
richiesta ha trovato riscontro, così è stato loro garantito che la Commissione
lavorerà 4 giorni a settimana con un ritmo tale da assicurare circa 70
audizioni al mese e dimezzare così i tempi di attesa. Tuttavia le altre due
richieste avanzate esprimono la percezione di una discriminazione dovuta alla
loro provenienza, poichè, a loro avviso, la Commissione non prenderebbe in
seria considerazione la loro domanda di asilo perché si ritiene che il Pakistan
non sia un paese interessato da una crisi umanitaria.

Sono effettivamente
numerosi i dinieghi delle Commissioni territoriali alle domande di asilo dei
richiedenti asilo provenienti dal Pakistan, nonostante il Paese ( e in
particolare il nordovest ) sia da anni martoriato dalla violenza dei gruppi
terroristici che tengono in scacco interi villaggi e dagli attacchi dei droni
degli Stati Uniti che, in nome della lotta al terrorismo, continuano a fare
vittime civili, nella completa non curanza del diritto internazionale e
violazione dei diritti umani.

Giovanna Vaccaro

Redazione Borderline Sicilia Onlus