Lettera alla redazione da una operatrice del Cara di Caltanissetta

Scusandoci del ritardo, pubblichiamo una lettera pervenuta lo scorso 27 maggio alla redazione di Siciliamigranti da parte diuna operatrice del Cara di Caltanissetta in “risposta” alle
informazioni contenute nel report “Il cara di Pian del lago: al peggio non c’èmai fine”, nel quale abbiamo denunciato le continue carenze strutturali,
la scarsa qualità, se non assenza, dei servizi alla persona e dell’assistenza
medica, nonché le gravi tensioni che si respirano all’interno del centro a
causa del perenne sovraffollamento.
Ci teniamo a precisare che le persone che compongono la
redazione del nostro blog non sono dei giornalisti ma degli osservatori che
monitorano la situazione dell’immigrazione in Sicilia e la raccontano dando voce
ai protagonisti. La serietà con cui lavoriamo ci impone di cercare conferma delle notizie che raccogliamo sul campo e, nel
possibile, ascoltare i punti di vista di ciascun attore. La denuncia raccolta
nel report oggetto di polemica da parte dell’operatrice del Cara proveniva da
decine di migranti ospiti del centro che abbiamo intervistato in maniera
approfondita e non faziosa. Non commentiamo il contenuto della lettera,
lasciando ai nostri lettori la possibilità di valutare la serietà del nostro
operato, ma soprattutto la convenienza delle affermazioni fatte con
disinvoltura dall’operatrice del Cara , tra l’altro, sulla legittimità di una
“punizione” inflitta da un organo amministrativo in risposta a problemi
gestionali della struttura di accoglienza.

La Redazione

“Gentile
Redazione, scrivo questa mail perché sono stanca di leggere articoli
diffamatori sulla gestione del Centro di Accoglienza di Caltanissetta e
sull’operato dei dipendenti della cooperativa.
Voglio partire da una domanda: un giornalista non dovrebbe, prima di
pubblicare un articolo, verificare l’attendibilità della fonte, accertarsi
della veridicità dei fatti raccontati e infine confrontarsi con le parti che
vengono attaccate??
E’ ormai abitudine leggere questi articoli che si fondano solo sulle
dichiarazioni “di una campana” soltanto. Perché prima di dare per
verità
assolute queste dichiarazioni, non provate, Voi e tutti i vostri colleghi
che
operano nello stesso modo, a chiedere anche agli “altri”.
A chi all’interno di quel Centro ci lavora, ci passa intere giornate, cercando
di rendere piacevole la permanenza degli immigrati.
Avete chiesto agli immigrati perché la struttura è carente? perché mancano gli
specchi? forse no, altrimenti avreste constatato che ci sono dei disagi nella
struttura a causa delle liti tra immigrati stessi, che volta per volta
utilizzano letti, porte, sedie e quant’altro per attaccare i propri avversari.
La struttura viene sempre riportata allo stato precedente alle risse, ma a
volte non c’è nemmeno il tempo materiale per ripristinare tutto al meglio,
perché si ripresentano altri casi di risse. Si è cercato di rendere più sicura
la struttura, utilizzando materiali che non potessero essere usati come armi
(es. gli specchi, dopo essere stati divelti, sono stati sostituiti con specchi
in plexiglass, ma questo non è bastato a non farli rompere nuovamente), ma
questo non è sufficiente.
Non è affatto vero che non vengono prenotate visite specialistiche. Sono gli
stessi medici del Centro che, rilevando la presenza di casi che necessitano il
consulto di uno specialista, predispongono la prenotazione dello stesso. Avete
nominato gli accadimenti di qualche settimana fa, successivamente
parecchi
immigrati sono stati ricoverati nelle strutture ospedaliere, e qualcuno è stato
anche portato a Palermo o Catania per effettuare visite più approfondite.
Non è la scarsa qualità del servizio mensa ad obbligare gli immigrati a
cucinare con i fornelli elettrici, sono le loro consuetudini e abitudini
alimentari a portarli a fare ciò, nonostante vengano cucinati piatti ad hoc a
chiunque abbia intolleranze alimentari, o sia vegetariano, o vegano o abbia
problemi nella digestione.
Avete detto che le audizioni sono state “indebitamente” sospese per
una
settimana, a seguito degli scontri. Ma se anche fosse, una qualche forma di
“punizione”, se così possiamo chiamarla, per i fatti accaduti doveva
pur
applicarsi? Non mi pare sia un atto così lesivo. Non si può far credere di
poter fare tutto senza conseguenze. Provate a pensare al danno economico, e
forse riterrete anche voi che una settimana di sospensione di colloqui non sia
poi niente a confronto.
Infine vorrei correggervi anche in un altro punto. Vi siete permessi di
asserire che all’interno del Centro lavorano persone che non hanno i requisiti
necessari per fare questo tipo di lavoro. Come vi permettete?? Gli operatori
parlano almeno una lingua straniera, alcuni anche due, molti hanno le
qualifiche Oss e Osa, il meno anziano, lavorativamente parlando, ha almeno 5
anni di esperienza all’interno del Cara. Come potete dire voi che mancano dei
requisiti fondamentali? avete fatto dei colloqui con ognuno di loro?
Da perfetta ignorante in materia di giornalismo, mi permetto di darvi un
consiglio: prima di lanciare accuse contro qualcuno, accertatevi che quello che
dite sia la pura verità, provate a girare la medaglia e a vedere cosa, e
soprattutto chi, ci sta dietro ad ogni accusa…altrimenti si tratta solo di
diffamazione gratuita!
Vi ringrazio per la Vostra attenzione
Cordiali saluti Farrugio Stefania”