Il Cas/Sprar di Piazza Armerina gestito dall’associazione Don Bosco 2000

Il 25 maggio siamo stati in visita al centro di accoglienza
di Piazza Armerina gestito dall’associazione Don Bosco 2000, nel quale sono
attivi 46 posti per la prima accoglienza e 50 posti inseriti nell’ambito del
progetto Sprar.L’associazione Don Bosco 2000 è attiva nell’ambito dell’accoglienza dal 2011 ed attualmente gestisce ancheun progetto di accoglienza nella città di Aidone (EN).

La gestione è mista anche a livello strutturale, poiché gli
ospiti sono suddivisi tra una struttura comunitaria (un ex ostello su due piani che dispone di 4 camere
da 5-6 letti al piano terra, 4 bagni esterni e camere doppie con bagno al piano
superiore) e 7 appartamenti
indipendenti, tutti siti nel centro della città. Inoltre il progetto accoglie
anche donne e due nuclei familiari.

Al nostro arrivo, dopo aver parlato con alcuni degli ospiti
che hanno detto di trovarsi bene, siamo stati ricevuti dall’operatore legale
che ha mostrato subito una grande disponibilità nell’illustrare la gestione
organizzativa del centro.

L’equipe è composta da una responsabile, che essendo anche
una psicologa si occupa in caso di necessità di produrre relazioni di
accompagnamento in Commissione, 1 operatore socio-assistenziale, un’insegnante
di italiano, una mediatrice sociale e un operatore dell’accoglienza, due
addette alle pulizie e due cuochi per la mensa interna.La mediatrice è di origine nigeriana, mentre non è presente
alcun mediatore linguistico per gli ospiti di origine pakistana e afghana
presenti nel centro. L’operatore legale, oltre a fornire l’informativa al momento
dell’arrivo degli ospiti presso la struttura, li assiste nella preparazione dell’audizione
con la commissione territoriale. La stessa si occupa anche di mediazione
linguistico-culturale.

Il corso di italiano, suddiviso in due livelli, viene tenuto
tutte le mattine dal lunedì al venerdì. Molti degli ospiti frequentano anche il
corso bisettimanale per il rilascio del certificato di conoscenza della lingua
italiana presso il centro di formazione permanente territoriale, e alcuni dei
più giovani frequentano istituti superiori.

Sono inoltre stati attivati tirocini formativi con 15
diverse aziende convenzionate della zona, ed è stato così possibile offrire
opportunità di formazione lavorativa anche ai beneficiari della prima
accoglienza.

Il pocket money viene per tutti erogato sotto forma di buoni
spesa spendibili in diverse tipologie di negozi con i quali è stata attivata la
convenzione (rivendite di tabacchi,
supermercati, parrucchieri).

La referente del centro ci spiega che la scelta di erogare anche il pocket money sotto forma di buoni spesa è stata fatta perché la convenzione del CAS con la Prefettura prevede che l’erogazione non debba essere fatta in contanti, così,per non discriminare gli ospiti inseriti nel progetto di accoglienza della Prefettura rispetto a quelli inseriti nel progetto SPRAR, si è deciso di erogarlo per tutti con la stessa modalità.

La spesa settimanale di coloro che vivono in appartamento
viene gestita direttamente dai beneficiari attraverso l’erogazione di buoni
spesa. Per gli ospiti che vivono nella struttura, la mensa è interna e sono due
cuochi ad occuparsi della preparazione dei pasti che vengono serviti in diversi
orari della giornata: dalle ore 7 alle ore 10 la colazione, dalle 13 alle 14 il
pranzo e dalle 20 alle 21,00 la cena. La struttura dispone di diversi ambienti per
la refezione.

Sono inoltre presenti diversi luoghi di aggregazione: dalla
sala tv a quella per internet .Inoltre, essendo la struttura collegata
all’oratorio, durante il giorno, gli ospiti possono usufruire di altri spazi
aggregativi e di diverse attività pomeridiane in cui partecipano anche autoctoni.

Il servizio di guardaroba viene assicurato ad ogni cambio
stagione attraverso l’erogazione di buoni spesa di euro 80 spendibile nei
negozi di abbigliamento convenzionati.

L’impressione della gestione di questo centro è positiva, e
risulta essere fondamentale il fatto che l’ente gestoresi impegni a garantire gli standard dell’accoglienza
integrata del sistema SPRAR a tutti gli ospiti: é infatti questa fortuita
commistione a fare sì che anche la prima accoglienza risulti dignitosa e di
supporto al percorso di autonomia.

Tuttavia rimane il gravoso problema dei tempi lunghi di
attesa
per l’audizione in commissione che affligge, come sempre, la maggior parte degli ospiti. Tutti coloro
con cui abbiamo parlato hanno esposto questo problema. In particolare , uno di
questi, è in attesa della convocazione da ben 17 mesi. Il problema dell’attesa
è sentito da tutti gli ospiti. Come mi spiegava la referente del centro con cui
ho parlato, anche se la Commissione di Enna è finalmente operativa dallo scorso
16 maggio, sta procedendo molto a rilento con una media di appena 4 sedute a
settimana. Inoltre sta mostrando di non avere un criterio di chiamata
nell’ordine delle convocazioni che pare non stia seguendo la data di
presentazione della domanda, ma apparentemente del tutto casuale.

A questo proposito abbiamo appreso che nel CAS di Pergusavisitato lo scorso mese, in cui i tempi medi di attesa per la
convocazione presso la Commissione di Enna si aggirano attorno ai 15 mesi (a
causa dei ripetuti trasferimenti dei richiedenti asilo e il consequenziale
cambio di commissione di competenza) sono seguite altre rivolte e che, solo ora,
sono arrivate le prime convocazioni.

Giovanna Vaccaro

Borderline Sicilia Onlus