„Le ONG danno fastidio: questo è il vero motivo della campagna diffamatoria“

In queste settimane assistiamo in Italia ad una campagna mediatica denigratoria nei confronti delle organizzazioni civili di salvataggio che operano nel Mediterraneo. Non solo Frontex, ma anche alcune procure e diversi politici italiani cercano di discreditare le ONG. 
Un resoconto della situazione in Italia di Judith Gleitze, borderline-europe Sicilia

„È un’ipocrisia insopportabile, soprattutto se questi attacchi arrivano da chi svolge un ruolo istituzionale […] L’esistenza degli “scafisti“ e del loro sistema criminale, che nella maggior parte dei casi organizza il viaggio dei migranti verso l’Europa, sono una diretta conseguenza delle politiche migratorie europee e nazionali (dopo l’accordo di Schengen nel 1985)”, così scrive Antonio Cinieri nel suo Blog „Migr-azioni“ (5).

Da quando i giornali hanno reso pubblico che non è solo Frontex ad accusare le ONG che nel Mediterraneo sono impegnate a salvare vite umane, in Italia la discussione su questo argomento si è fatta molto accesa. La Procura della Repubblica Italiana sostiene che esistono indizi a dimostrazione del fatto che “alcune ONG siano in diretto contatto con i trafficker (trafficanti) libici. La procura di Catania, diretta da Carmelo Zuccaro, é molto attiva in questo senso, ma anche le procure di Palermo e Cagliari stanno indagando sui possibili legami tra le ONG e la Libia”. Zuccaro sostiene di “esserne piuttosto sicuro (4)”. Essere piuttosto sicuro però è un’affermazione alquanto vaga – soprattutto se fatta da un procuratore che dopo la catastrofe del 3 ottobre 2013 davanti a Lampedusa lavora in una commissione di cinque esperti che sta indagando sui naufragi dei barconi dei migranti. Inoltre non è chiaro come mai un procuratore faccia delle affermazioni senza supporto probatorio. Il suo ruolo, in effetti, non dovrebbe essere quello di un politico a caccia di voti, ma quello di un giurista che o ha delle prove o non ne ha – “piuttosto sicuro” è una frase a dir poco in. Zuccaro però insiste, affermando che dopo le audizioni davanti alla commissione Schengen a Roma, dove hanno deposto tra le altre ONG Proactiva, SOS Mediteranée e EunavforMed, “ è chiaro ciò che sta succedendo”. “Durante il fine settimana di Pasqua sono arrivate 8500 persone. Negli ultimi giorni sulle coste della Libia molti barconi sono pronti a partire: ciò ricorda lo sbarco degli alleati in Normandia. Dobbiamo fare in fretta. Adesso è importante contrastare il fenomeno non solo da un punto di vista giuridico, anche perché non è possibile trovare solo qui la soluzione del problema che si presenta molto più complesso e necessita perciò un’azione molteplice (1)”.

Il significato di queste affermazioni non è completamente chiaro. Zuccaro si interessa soprattutto del finanziamento delle ONG, visto che non riesce ad immaginarsi che ci sia un vero e proprio sostegno alle azioni di salvataggio da parte della società civile che si manifesti in donazioni. Come se fosse un’azione illecita, si domanda come mai le ONG si facciano sostenere economicamente dal multimiliardario George Soros (4). Al di la del fatto che la fondazione di Soros Open Society Foundation in Italia sostiene molti progetti e che quindi non ci sarebbe niente d’illegale, nessuna ONG riceve finanziamenti da Soros. Inoltre i bilanci delle ONG sono pubblici e di sicuro in essi non si trovano tracce di finanziamenti segreti delle organizzazioni di trafficanti libici. Ma Zuccaro insiste nelle sue esternazioni. Il 27 Aprile sono state rese pubbliche alcune registrazioni tratte da un programma televisivo della sera precedente, dove il pm va oltre. Sostiene che alcune ONG tedesche e MOAS (non parla mai delle organizzazioni spagnole e afferma che MSF e Save the Chidren giocano pulito) siano finanziate direttamente dai trafficanti libici e che lui stesso si trovi in possesso di prove di tali contatti. Questo traffico ha lo stesso successo del traffico della droga. Ancora più inquietante è l’affermazione che forse alcune ONG perseguono degli scopi ben diversi, come per esempio la destabilizzazione dell’economia italiana. Le indagini non sarebbero ancora concluse e solo di fronte ad un processo saranno rese note le prove. Ci sarebbero comunque dei contatti diretti con persone in Libia che darebbero informazioni sulle partenze dei barconi. E ci sarebbero ONG, secondo Zuccaro, che non si attengono alle regole (7a).

Beppe Grillo e Luigi Di Maio, rispettivamente fondatore del Movimento 5 Stelle e Vicepresidente della Camera, anch’egli dello stesso partito, hanno preso la palla al balzo. Secondo loro bisognerebbe fare luce sul ruolo delle ONG, sia Frontex sia la Procura stanno già indagando e quindi il Movimento 5 Stelle non è da solo su queste posizioni. Chi si oppone alle indagini, ha senz’altro qualcosa da nascondere [sic!]. M5S ha richiesto un’audizione prioritaria davanti alla Commissione Europea, per chiarire il ruolo delle ONG nel Mediterraneo (1). Anche la Lega Nord richiede a gran voce che le navi delle ONG vengano bloccate e che venga loro proibito l’ingresso nelle acque territoriali italiane (7a).

Con questa campagna diffamatoria si sta cercando inoltre di seminare discordia tra le diverse ONG. In un’intervista al giornale “La Stampa” (8) Zuccaro ha esplicitamente detto che le organizzazioni MSF (Medici senza frontiere) e Save the Children, che sono più legate all’Italia, non sono sospettate, mentre invece lo sono le organizzazioni non governative tedesche e la maltese MOAS (1). Una delle accuse mosse da Zuccaro, oltre naturalmente alle sedicenti telefonate intercorse con gli scafisti in Libia, sarebbe il fatto che le navi delle ONG di notte sono illuminate e così indicherebbero la strada ai barconi. “Naturalmente le nostre navi di notte sono illuminate, così lo vogliono le regole.” – dichiara Axel Grafmanns di Sea-Watch (7). Zuccaro ribadisce che “dobbiamo chiarire come agiscono le ONG sospettate. Inoltre per quelle che non sono indagate, si presenta la domanda se sia giusto e normale che i governi europei lascino decidere alle ONG che operano nel Mediterraneo dove e quando intervenire (4)”. In parole povere ciò significa che, secondo Zuccaro, i singoli governi dovrebbero richiamare le loro ONG che operano in acque internazionali! È il caso di ribadire a questo proposito che tutte le ONG concordano i loro interventi di salvataggio sempre con il Maritime Rescue Coordination Center (MRCC) di Roma, e non intervengono mai di propria iniziativa!

E qui entra in gioco il famoso effetto “pull”: più navi delle ONG sono presenti, maggiore è il numero delle partenze. Questa insinuazione è proprio stata recentemente confutata da uno studio che si è occupato appunto di questa connessione. È stato dimostrato che, quando erano presenti meno navi di soccorso, il numero dei migranti è aumentato (1). Andrea Spinelli Barrile nel suo articolo pubblicato nell’International Business Times afferma che la polemica era iniziata quando il Financial Times (1b) aveva pubblicato un rapporto di Frontex, nel quale si parlava di “conseguenze indesiderate” e cioè dell’effetto “pull”.

Tra l’altro non è per niente vero, come invece dichiarato da Grillo e Di Maio, che nel rapporto di Frontex si parli delle ONG come di “taxi per migranti” (2a). In un’intervista al giornale tedesco Die Welt (1c) viene riportata la notizia di come Fabrice Leggeri, direttore dell’agenzia Frontex, parli di questo aspetto. Secondo Spinelli Barrile invece è assurdo parlare di un fattore „pull“: come se i rifugiati in Libia avessero una qualche libertà e potessero decidere liberamente dove o quando o da dove partire oppure no.

“Forse sarebbe il caso di ribaltare la discussione. Ci si potrebbe chiedere se non siano le politiche respingenti e securitarie il vero fattore “pull” e non le ONG. Secondo Samer Haddadin, direttore del UNHCR a Tripoli, più le politiche europee diventano respingenti e la discussione sull’invasione dei migranti si fa più accesa, più aumenta il numero dei migranti che tentano di lasciare la Libia il più presto possibile affidandosi al mare. Oggi un trafficante dice alle sue vittime: “Se non parti adesso che l’Europa è ancora facilmente raggiungibile, domani non avrai più la sicurezza di poter partire (…) Si tratta di una tecnica di marketing (4)”. In altre parole: Adesso è il momento di partire. Che ci siano le navi delle ONG davanti alla costa o no, non importa. Quest’affermazione ha trovato riscontro nei dati relativi alle partenze dei primi mesi dell’anno: c’erano solo due navi di soccorso nella zona, ma nonostante il brutto tempo, sono partiti 15.844 profughi (dati del Ministero degli Interni relativi al periodo 01.01. – 06.03.2017). L’anno precedente invece nello stesso arco di tempo le partenze erano state 9101. Frontex invece rimane in silenzio.

In un’intervista con Zach Campbell di “The Intercept” (10) un operatore di Frontex, che non vuole essere riconosciuto, ha affermato che: ”Le nostre navi pattugliano solo la zona a nord di Malta, per non diventare un fattore “pull” non si avvicinano alle acque territoriali libiche”. Grazie a questa strategia, sostiene l’operatore, i migranti verrebbero dissuasi e non partirebbero. L’OIM (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) è invece di un altro parere: fino all’inizio di aprile sarebbero partiti circa 25.000 migranti e più di 600 sarebbero morti in mare. Alcuni dei barconi dei migranti sarebbero arrivati anche a nord di Malta, senza però incontrare le navi delle ONG. E nemmeno delle navi di Frontex…..L’aumento delle partenze e l’illusione europea che tramite accordi con stati come la Turchia o la Libia fosse possibile trovare una soluzione al problema hanno reso necessario l’intervento delle ONG, come sostiene Spinelli Barrile (4).

“Il numero delle ONG presenti nel Mediterraneo è aumentato in conseguenza della mancata presenza di Frontex. Obblighi internazionali, quali il soccorso in mare, sono vincolanti ed in definitiva le ONG aiutano i governi europei ad adempiere questi obblighi. Questa è la realtà e non il contrario (4)”. Anche l’organizzazione MSF (Medici senza Frontiere) è dello stesso parere: “Non esistono prove che i salvataggi in mare siano un fattore “pull”. Gente disperata, gente torturata, gente che ha sofferto guerra, persecuzione e povertà continuerà ad attraversare il Mediterraneo ed eventualmente a morire. E ciò continuerà fino a quando non ci saranno vie legali e sicure per raggiungere l’Europa e trovarvi rifugio e non ci sarà un sistema europeo che aiuti e soccorra in mare (1)”.

Nel frattempo però persino personaggi come gli esuli eritrei Don Mussie Zerai e Meron Estefanos vengono attaccate. Zerai è un frate eritreo residente in Svizzera, il cui numero di telefono ormai da anni viene passato di mano in mano dai profughi eritrei e che quindi riceve molte richieste di soccorso. Estefanos vive in Svezia e nel 2010 ricevette la prima richiesta di soccorso da parte di un profugo eritreo in difficoltà nel Mediterraneo. Da allora anche lei viene contattata regolarmente dai profughi (4). Zerai ormai da diversi anni rende pubbliche le richieste di soccorso su Facebbok. Oggi, quando non riesce più a gestire le richieste, informa i colleghi di Alarm Phone (www.alarmphone.org). Zerai e Estefanos vengono adesso accusati di essere “mediatori” tra i trafficanti ed i profughi (11).

Medici senza Frontiere non sono solo attivi con la loro nave nel Mediterraneo, ma visitano anche 7 centri di detenzione per migranti in Libia. Secondo il direttore generale di MSF, Arjan Hehenkamp, queste accuse nei confronti delle ONG sono da mettere in relazione con le prossime elezioni in Europa. “Siamo in campagna elettorale in Francia, Germania e Italia ed il rischio è altissimo. Lo scopo è bloccare le partenze, scoraggiare i migranti ed accontentare le opinioni pubbliche a casa. È in atto una campagna intimidatoria contro le ONG anche per arginare la disponibilità dei cittadini a donare soldi alle ONG […] Le polemiche non hanno alcun fondamento ed è molto triste che si debba ribadire questo dato di fatto”. Hehenkamp sostiene che bisogna fare di tutto affinché i migranti riescano a scappare dalla Libia e che l’aiuto delle ONG è più che mai indispensabile (4).

Dopo l’audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato il 2 maggio MSF ha deciso di rivolgersi all’opinione pubblica. Secondo l’organizzazione, infatti, anche se per il momento il pm Zuccaro non sta indagando su di loro, la situazione potrebbe cambiare da un giorno all’altro. “Le accuse contro le ONG che operano nel Mediterraneo sono vergognose e ancor più vergognoso è il fatto che siano politici a gettare discredito sulle organizzazioni umanitarie con indiscrezioni fasulle che servono solo ad aumentare l’odio e a discreditare le organizzazioni, il cui unico obiettivo è il salvataggio di vite umane”, afferma Loris De Filippi, presidente di MSF Italia (1). Come tra l’altro anche le altre ONG anche MSF dichiara che le sue attività in mare sono finanziate esclusivamente da donazioni private, che l’organizzazione si attiene sempre alle regole d’ingaggio in mare e che dette operazioni avvengono solo in acque internazionali. Le acque territoriali libiche vengono raggiunte solo in caso di necessità e previa autorizzazione delle autorità italiane e libiche. Non è vero che siano state ricevute telefonate dirette da trafficker.

MSF, come anche la ONG tedesca Sea-Watch, è pronta a sporgere denuncia per diffamazione. “È scandaloso che un rappresentante della giustizia accusi di crimini infamanti e inoltre sorti dall’immaginazione le organizzazioni umanitarie e ciò senza nemmeno averne parlato prima con i diretti interessati. Zuccaro diventa attore in una campagna diffamatoria contro di noi, che viene portata avanti da Frontex e dalla Lega Nord. Lui stesso dice di non sapere ancora come utilizzare le sedicenti prove e ciononostante prende parte in quest’azione di propaganda ingiuriosa. Per questi motivi Sea-Watch sta verificando la possibilità di intraprendere azioni legali in Italia e sporgere una querela per diffamazione”, afferma Axel Grafmanns (7), amministratore di Sea-Watch. MSF valuta quali azioni di autotutela intraprendere per ristabilire la propria credibilità (3). Invece pare che Save The Children stia comoda nella posizione privilegiata nella quale si trova, visto che Zuccaro non ha espresso dubbi sull’operato di questa organizzazione e su MSF. Un modo di agire abbastanza discutibile, in un momento nel quale tutte le organizzazioni umanitarie dovrebbero restare unite. “Sono contento della distinzione che il procuratore Zuccaro ha fatto (…), togliendo sia noi sia MSF dalla lista degli indagati. E ringrazio Gentiloni per aver affermato che non si possono accusare in maniera indistinta tutte le organizzazioni umanitarie, che da anni aiutano e sostengono molte persone in tutto il mondo. Non conosco molte delle altre organizzazioni per i diritti umani che sono apparse negli ultimi anni, comunque quest’animosità diffusa nei confronti di coloro che salvano vite umane è per lo meno sorprendente”, racconta Valerio Neri, Direttore Generale di Save The Children Italia, al quotidiano italiano “La Repubblica” (3).

Le organizzazioni INTERSOS (che si occupa di migranti minorenni non accompagnati) e SOS Mediterranée (anche sotto accusa) si allineano con MSF, Sea-Watch e MOAS e cercano di tutelarsi. È comunque assurdo che si debbano difendere.

Dello stesso parere sono Roberto Saviano, giornalista e scrittore, ed Erri De Luca, uno degli autori contemporanei italiani più famoso ed ascoltato. De Luca ha trascorso due settimane in mare a bordo della “Prudence”, la nave di MSF, e ha partecipato direttamente ad azioni di salvataggio. Saviano ha reagito tempestivamente agli attacchi offensivi di Di Maio del M5S: “È un comportamento irresponsabile! Come è possibile muovere accuse così imprecise contro coloro che salvano vite umane e metterle alla gogna? (3)”. Anche De Luca è del parere che queste accuse siano completamente infondate. La sua è una voce importante in questa battaglia. In un’intervista al quotidiano Huffington Post racconta della sua esperienza a bordo della Prudence. “Non si tratta di sospetti, ma di vera e propria diffamazione: non c’è nemmeno un briciolo di verità in queste accuse. I trafficker non hanno bisogno del contatto con le ONG. Nella loro zona di azione, la cosiddetta zona „Search and Rescue“, sono già presenti numerosi pescherecci libici e questi non vanno a pesca di pesci, ma si interessano ai barconi (o ai motori delle barche, nota dell’autrice). I libici pattugliano l’area con i pescherecci e sanno benissimo chi è presente nella zona e chi non c’è. Loro fanno partire i barconi con i migranti, non gli importa chi è presente. L’unica condizione è che il mare sia tranquillo. E questo non perché siano cortesi, ma perché un barcone con 150 persone a bordo ed un motore fuoribordo di appena 40 PS non si muoverebbe di un passo. Li fanno partire appena il tempo è favorevole. E adesso hanno ancora più fretta perché a maggio [molto più probabilmente solo in giugno, nota dell’autrice] l’Europa consegnerà alla Guardia Costiera libica le nuove motovedette. Quindi i trafficker e gli scafisti cercano di liberarsi al più presto del loro “fardello”, perché non si sa cosa succederà prossimamente. Abbiamo saputo di 3 barconi che sono partiti di notte. Come abbiamo ottenuto questa informazione? A bordo ci sono persone che parlano l’arabo e tenendo monitorati Facebook e gli altri social media è molto semplice ottenere informazioni sulle partenze (…) Un’altra domanda cruciale è perché si continua a parlare di scafisti, che non sono neanche più presenti a bordo dei barconi? Sulle barche non ci sono “conduttori”. Gli scafisti affidano il timone ad uno dei passeggeri, gli mettono in mano un compasso, gli dicono che in tre ore raggiungeranno l’Italia e gli augurano buona fortuna!!” Per confermare l’inesperienza dei migranti al timone, De Luca ricorda un intervento di salvataggio dove MSF chiese al profugo al timone di spegnere il motore, lui però non sapeva come fare ed un membro dell’equipaggio di MSF dovette salire a bordo del gommone per spegnerlo.

“Chi parla di accordi tra le ONG e gli scafisti dice delle cose avventate. L’unica sicurezza è che la presenza di organizzazioni indipendenti nel Mediterraneo dà fastidio. MSF ha rifiutato aiuti finanziari da parte della UE per poter agire liberamente. Danno fastidio. Questo è l’unico e vero motivo della campagna diffamatoria. L’obiettivo è di colpire le organizzazioni che sono le uniche presenze in mare per salvare vite umane. Senza di loro ci sarebbe una catastrofe. In politica tutto ruota intorno a chi riceve più voti. Ma questo conto in mare non ha senso perché li non ci sono voti da guadagnare (2)”.

Qual è allora lo scopo delle campagne diffamatorie nei confronti delle ONG che agiscono nel Mediterraneo? O meglio a chi giovano? Erri De Luca sostiene che giovino alla politica, che con questi mezzi vuole costruirsi una Europa chiusa su sé stessa a scapito dei migranti. Si potrebbe anche tentare di cambiare per un momento completamente la prospettiva e domandarsi se non siano forse state le distruzioni di motori e barche da parte della missione europea “Sofia” di Eunavfor Med a contribuire all’aumento di morti nel Mediterraneo? Non sono le ONG il fattore “pull”. Fintantoché non ci sono vie legali per raggiungere l’Europa, i profughi continueranno a scegliere la traversata del Mediterraneo e i “servizi” dei trafficker senza scrupoli perché non hanno alternative. I trafficanti reagiscono alla distruzione dei loro mezzi e non alle navi delle ONG. Se gli si tolgono barconi e motori, loro fanno salire i migranti su gommoni sgonfi, non adatti alla navigazione e con motori malconci. Solo così riescono a compensare le loro perdite economiche.

Antonio Ciniero chiarisce: “C’è solo una via semplice: aprire le frontiere e sviluppare una nuova politica migratoria. Bisogna offrire a chi ha deciso di emigrare e deve fuggire percorsi protetti e legali per raggiungere la sicurezza. Ciò significa anche che si deve lavorare ad un nuovo modello di produzione e di distribuzione della ricchezza, un modello che ponga l’uomo al centro del discorso. Un modello che connetta di nuovo gli interessi economici con le relazioni sociali. Un sistema che metta in discussione i rapporti di forza che ora dominano nel mondo. La migrazione odierna non è altro che la prova dell’insostenibilità del sistema politico ed economico attuale (5)”.

La scrittrice Daniela Padoan nell’ultimo capitolo del suo dettagliato trattato cita due studiosi dell’università di Oxford. ”È questa la soluzione che offrono i politici europei alla crisi migratoria attuale? Minacciare i volontari per indebolire il loro sostegno? (…) Con la criminalizzazione dei volontari si cerca di intimorire la società civile europea” dice Nando Sigona e Jennifer Allsopp aggiunge: “L’unico mezzo contro la criminalizzazione di coloro che aiutano i migranti è la continua ed attenta mobilitazione della società civile (13)”.

Per questo motivo è molto importante che non vada persa la fiducia nelle ONG. Rappresentano l’unica possibilità di salvezza per le migliaia di migranti nel Mediterraneo. Bisogna finalmente respingere con forza queste accuse diffamatorie, il cui vero scopo è distrarre dal vero problema e cioè la mancanza di idee e la caparbietà dell’Europa.

Judith Gleitze, borderline-europe Sicilia

tradotto dal tedesco da Antonella Monteggia

(1)http://www.repubblica.it/politica/2017/04/24/news/migranti_ong_rispondono_a_accuse_di_maio_falsita_reagiremo-163794015/

(1a) https://www.law.ox.ac.uk/research-subject-groups/centre-criminology/centreborder-criminologies/blog/2017/03/border-deaths

(1b) https://www.ft.com/content/3e6b6450-c1f7-11e6-9bca-2b93a6856354

(1c) https://www.welt.de/politik/deutschland/article162394787/Rettungseinsaetze-vor-Libyen-muessen-auf-den-Pruefstand.html

(2) http://www.huffingtonpost.it/2017/04/24/le-procure-perdono-tempo-m5s-diffama-in-cerca-di-voti-erri-d_a_22052907/?utm_hp_ref=it-homepage&ncid=fcbklnkithpmg00000001

(2a) http://www.unita.tv/focus/di-maio-saviano-le-ong-e-i-taxi-del-meditteraneo-la-polemica-continua/

(3) http://www.huffingtonpost.it/2017/04/24/polemica-di-maio-ong-il-grillino-replica-saviano-ci-accusa-ma_a_22052706/?utm_hp_ref=it-homepage

(4) http://it.ibtimes.com/le-ong-sono-accusate-di-cio-che-i-governi-dovrebbero-fare-aiutare-i-migranti-fuggire-dalla-libia#.WP4Ah18rWKo.facebook

(5) https://migr-azioni.blogspot.it/2017/04/non-volete-le-ong-aprite-le-frontiere.html

(6) http://www.internazionale.it/opinione/annalisa-camilli/2017/04/22/ong-criminalizzazione-mediterraneo

(7) https://sea-watch.org/phantasievorwuerfe-sea-watch-prueft-rechtliche-schritte-gegen-staatsanwalt-zuccaro/

(7a) http://www.corriere.it/cronache/17_aprile_27/migranti-procuratore-catania-ong-forse-finanziate-trafficanti-87d5ae3c-2b26-11e7-9442-4fba01914cee.shtml; http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Migranti-ad-Agora-Rai3-il-procuratore-di-Catania-Carmelo-Zuccaro-Alcune-Ong-finanziate-dai-trafficanti-e44f464e-fb75-4124-acfc-61851f6152cd.html

(8) http://www.lastampa.it/2017/04/23/italia/cronache/abbiamo-le-prove-dei-contatti-tra-scafisti-e-alcuni-soccorritori-3fCnqLKWWRHBVUiygHv65K/pagina.html

(9) http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/532935/Migranti-per-l-Europa-soccorrere-sembra-essere-diventato-reato

(10) https://theintercept.com/2017/04/01/europe-keeps-its-rescue-ships-far-from-the-coast-of-libya-where-thousands-of-refugees-have-drowned/

(11) https://www.tesfanews.net/italian-prosecuter-ngo-colluding-human-traffickers/

(12) http://it.ibtimes.com/libia-lunica-cosa-responsabile-da-fare-e-aiutare-la-gente-fuggire-1492916

(13) http://www.a-dif.org/2017/03/09/perche-danno-fastidio-le-ong-che-salvano-i-migranti-in-mare/