PER LA CHIUSURA DEL CARA DI MINEO E DI TUTTE LE GALERE ETNICHE

Giorno 16 Febbraio alle ore 10 manifestazione e presidio di fronte al Cara di Mineo
Dopo i tragici naufragi che nella prima metà di ottobre scorso hanno
causato circa 600 vittime, il governo ha disposto, con l’operazione
“Mare Nostrum”, nuove procedure di soccorso e identificazione sulle navi
della marina militare. Su queste navi decidono chi è meritevole di
protezione internazionale e chi no. Arrivati in Sicilia, i migranti
considerati non “idonei” per l’avvio della domanda d’asilo , vengono o
forzatamente rimpatriati nel loro paese d’origine (vedi tunisini ed
egiziani), o rinchiusi in un CIE.

Per gli altri, uomini, donne e bambini, minori non accompagnati, si
aprono le porte del sistema di accoglienza italiano. Sono esseri umani
che hanno rinunciato a tutto (case, famiglie, figli, lavoro e luoghi di
origine) e attraversato per anni deserti e paesi insicuri pur di
mettersi in salvo in Europa e avere un’altra chance di vita per sé e per
i parenti che non sono riusciti a partire.
Il mega-CARA di Mineo, operativo dal marzo 2011, è diventato il più
grande centro di “ segregazione umana” d’Europa. Migliaia di persone –
oggi giunte ad oltre 4000, il doppio della capienza originaria –,
appartenenti ad oltre 50 gruppi etnici differenti di provenienza
africana e asiatica rimangono “posteggiati” in maniera umiliante , in
attesa, lunghissima, anche oltre un anno e mezzo, per il riconoscimento
del diritto d’asilo.
E’ una vergogna che chi gestisce il Cara continui impunemente a
costringere all’indigenza migliaia di richiedenti asilo pagando il
pocket money (diaria di euro 2,50) in sigarette (anche per i bambini) e
ricariche telefoniche, i migranti sono considerati oggetti da
parcheggiare a tempo indeterminato per il loro mega-business. Chi
gestisce il Cara pensa più ad ipocrite operazioni di facciata (la
squadra di calcio, il nuovo film sulla “grande integrazione” dei
migranti), anziché a garantire corsi d’italiano, vestiti invernali, cibo
decente, assistenza sanitaria adeguata ed a impedire che si ripetano
casi di sfruttamento sessuale di donne migranti richiedenti asilo, che
aggravano di molto la loro angosciante e disagiata permanenza.
E’ una vergogna che per il Cara di Mineo si dilapidino ingenti risorse
pubbliche (circa 50 milioni di euro per la gestione nel 2013) non per
l’accoglienza ma per la segregazione di persone che hanno urgente
bisogno di ricongiungersi con i propri familiari e costruirsi un
progetto di vita. La spa Pizzarotti di Parma oltre a lucrare con affitti
multimilionari si è inserita anche nel business della gestione.
Facciamo nostra in questo la Carta di Lampedusa, che si muove nel solco
tracciato dai movimenti e dalle pratiche antirazziste di questi anni (
http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-Lampedusa ).
Facciamo appello all’associazionismo solidale del catanese, calatino e
siciliano affinché il mega-Cara della vergogna venga chiuso al più
presto, moltiplicando in alternativa gli SPRAR in piccoli e medi centri,
per favorire così un reale inserimento sociale, seguendo l’esempio di
comuni come Riace nella Locride, a costi molto inferiori ed a condizioni
più umane; così inoltre si eviterebbe la crescente militarizzazione
della nostra isola, già avamposto di criminali ed anticostituzionali
basi di guerra Usa e NATO (Sigonella, Muos a Niscemi…). A sostegno delle
rivendicazioni dei richiedenti asilo del Cara di Mineo e delle
mobilitazioni in corso a livello nazionale a metà febbraio per la
chiusura di tutte le galere etniche (CIE, centri informali…) , facciamo
appello all’associazionismo antirazzista ed a tutte le forze che si
battono per la difesa dei diritti umani a condividere le seguenti
richieste:
* Riteniamo fondamentale l’immediato superamento a Mineo del
“sistema” C.A.R.A., con il suo svuotamento, nel rispetto dei tempi
previsti dalle normative per la permanenza (35 giorni), con la
conseguente moltiplicazione delle apposite Commissioni. Questo
mega-CARA, unico in tutta Europa è un esperimento fallito di
contenimento forzato dei migranti che, tra l’altro, costruisce un
conflitto razziale tra autoctoni e immigrati.
* Apertura di un urgente e pubblico confronto con le strutture
istituzionali preposte riguardo la qualità della vita dei migranti del
CARA di Mineo e modalità realmente democratiche di elezione dei
rappresentanti delle comunità . Il cibo – essenzialmente solo pasta o
riso – è spesso scarso, scotto e freddo e sta causando malattie tipo la
colite che queste persone prima non conoscevano. L’assistenza sanitaria
anche per i casi più urgenti come donne incinte, malati di TBC o scabbia
è quasi inesistente. Lo stesso dicasi per il vestiario fornitogli:
ancora oggi vi sono persone che stanno in magliette e ciabatte!
Noi non vogliamo essere complici con il nostro silenzio:
• della creazione di moderni lager con la soppressione dei diritti umani
• Dell’annullamento della personalità e della speranza di vita di una generazione
• Dello mercificazione delle persone e dei corpi delle persone
• Della violenza fisica e psicologica alle donne , ai bambini ed agli uomini
• Della istigazione alla violenza ed alla vendetta
Non vogliamo essere complici:
• dell’utilizzo dei soldi pubblici a fini clientelari e di arricchimento personale,
• delle ruberie e delle mistificazioni
• Di ogni forma di militarizzazione e di controllo militare del nostro territorio.
DOMENICA 16 Febbraio alle ore 10 manifestazione e presidio di fronte al Cara di Mineo
la storia siciliana ce l’ha insegnato: emigrare non è reato!
Promuovono:Rete Antirazzista Catanese, Comitato di base
NoMuos/NoSigonella, LILA, Cobas Scuola-Ct, LavoroSocietà-Cgil-Ct,
Osservatorio su Catania, LaCittàFelice, Rifondazione Comunista
fed.prov.Ct, Teatro Pinelli Occupato-Me, Arci-Sicilia, Borderline
Sicilia,Open Mind glbt, I Siciliani giovani, Casablanca-periodico
online, ANPI-Sicilia, Coordinamento antirazzista palermitano, Palagonia
Bene Comune, Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos, Circolo Città
Futura (Ct), ManiTese, Comitato Viva la Costituzione (Ct),…
info-adesioni: alfteresa@libero.it